“Ci sentiamo: tanti messaggi, qualche telefonata. Cerchiamo di sostenerci così”. L’ha detto Luca Marini, parlando del rapporto con Valentino Rossi al microfono di Vera Spadini (qui il video). Ospite del Giffoni Film Festival, il pilota della Honda ha raccontato un po’ delle sue “vacanze che non sono state proprio vacanze”, della situazione nel Team Repsol Honda e, inevitabilmente, anche del rapporto con il fratello Valentino Rossi. Che i due siano molto legati è noto, così come è noto che Marini è uno dei piloti cresciuti nell’Academy voluta da Vale a Tavullia, ma anche quando i rapporti sono ottimi e si gravità intorno alla stesso mondo, passare tempo insieme è difficile.
“Soprattutto nel primissimo anno nel mondiale ha aiutato me e gli altri ragazzi tantissimo – ha raccontato Marini – Mi ha aiutato molto anche al primo anno in MotoGP e comunque lui cerca sempre di avere una parola o un consiglio per tutti. La verità, però, è che adesso non è facilissimo vedersi rispetto agli anni passati quando anche lui era nel Motomondiale”. Insomma, puoi pure chiamarti Valentino Rossi o Luca Marini, ma tra famiglia (Marini diventerà papà di una bambina a ottobre e anche Valentino Rossi sarà di nuovo babbo), lavoro, impegni vari e vivere quotidiano, avere tempo da passare con tuo fratello è comunque qualcosa di proibitivo. Con il telefono che, alla fine, diventa l’unico modo per confrontarsi o semplicemente parlare. Succede più o meno a tutti, figuriamoci a due che spesso si trovano pure in parti opposte del mondo, con Marini che poi scherza pure su un dato di fatto in più: “Adesso per lui è pure più difficile aiutarmi, perché magari prima vedeva le immagini della tv, ma ora io sono quasi sempre molto indietro e quindi non mi inquadrano mai”.
A proposito di Honda e della situazione difficile, Marini ha però ribadito che il suo bilancio è positivo. Vede che in HRC c’è la piena volontà di cambiare le cose e ritornare al vertice, ma ammette che la moto del 2024 è paradossalmente ancora più indietro di quella che guidava Marc Marquez lo scorso anno. “Anche rispetto alla moto dello scorso anno o a quella che ho provato nel test di Valencia alla fine della stagione scorsa – ha spiegato – abbiamo fatto un passo indietro. Però il bilancio a mio avviso è positivo perché le cose stanno migliorando e il fatto che il miglior risultato sia arrivato all’ultima gara è molto significativo. E’ chiaro che non siamo dove vorremmo essere e che il lavoro da fare è tanto, ma sono sempre stato consapevole della sfida, dei rischi e pure del fatto che ci vorrà tempo”.
Tempo e pure un percorso strutturato, con Marini che svela che le cose in casa Honda stanno radicalmente cambiando e che presto ci saranno novità importanti anche dal punto di vista delle risorse umane. “Arriveranno nuovi uomini – ha spiegato – non solo ingegneri di Honda che trasferiscono magari esperienze dalla Formula1. Stanno cambiando diverse situazioni anche a livello tecnico, con ingegneri italiani o comunque europei che potranno aiutare a far sì che questo processo sia più veloce. Per quest’anno l’obiettivo potrebbe essere qualche Q2, qualche piazzamento un pochino più avanti e poi il prossimo anno vedremo di ripartire al meglio. L’obiettivo è ritornare al vertice, ma tutti sappiamo che ci vorrà tempo”.