Lottare. E’ il verbo che Alberto Puig utilizza più spesso tornando a parlare della situazione in casa Honda e di come stanno lavorando gli ingegneri giapponesi e la squadra dopo l’addio di Marc Marquez e il deserto che è rimasto. I manager spagnolo, come riconosciuto già più volte, è quello che la faccia ce la mette sempre e comunque e lo ha fatto anche questa volta, in una intervista al canale ufficiale della MotoGP. “Stiamo lottando” – ha affermato con decisione, quasi a voler ribadire che Honda è solo smarrita, ma non ha alcuna intenzione di uscire dalla scena delle corse come hanno fatto recentemente i rivali giapponesi di Suzuki.
Il rischio, però, c’è. Perché non è ipotizzabile che un colosso industriale che ha vinto e dominato negli anni possa accettare ancora di comparire nelle classifiche di ogni benedetta domenica sempre e solo nelle ultime posizioni. E’ vero che in una situazione analoga ci si trova anche Yamaha, ma chiunque vive il paddock racconta che tra quelli di Iwata c’è fermento e si nota vivacità, mentre in Honda sembra che tutto sia fermo all’enorme ferita lasciata da Marc Marquez. Senza risultati e senza news importanti che possano far credere il contrario, l’unico che ha il compito di sostenere la tesi opposta è proprio Alberto Puig. Che però è un ex pilota e un manager e non certo un comunicatore, tanto che nel tentativo di tranquillizzare tutti ha rischiato di dirla ancora più grossa. “Finalmente abbiamo capito il problema della nostra moto – ha detto – ma stiamo ancora cercando una soluzione”.
Una frase che magari sarà anche schietta e assolutamente sincera, ma che è decisamente pericolosa da un punto di vista del marketing e del brand. Soprattutto in una stagione in cui HRC ha perso il suo sponsor storico, Repsol, e cerca nuovi sostenitori. Chi investirebbe in un gruppo di lavoro che ormai da tempo ammette di aver capito il problema, ma di non avere la più pallida idea di come risolverlo? In soccorso di Honda, stando a quanto si dice nel paddock, dovrebbero arrivare nuovi tecnici europei dopo quelli già soffiati a Ducati, con HRC pronta a sfruttare l’anomala fuga di ingegneri che sta interessando KTM. Fabiano Sterlacchini è uno dei nomi, ma ce ne sono anche altri.
“Non siamo dove vorremmo essere e dove deve stare la Honda – ha proseguito Puig – ma non è vero che stiamo con le mani in mano. Si fa un gran lavoro. E’ necessario avere fiducia, altrimenti è meglio tornare direttamente a casa. Sappiamo cosa stiamo facendo e sappiamo che non stiamo dormendo, ci stiamo provando. Stiamo lottando. Ma non sempre quello che proviamo funziona e questo fa parte del gioco. Per la seconda parte dell'anno porteremo qualche componente nuova con l'obiettivo di far funzionare meglio la nostra moto, ma al momento non abbiamo garanzie. Avevamo già programmato all'inizio dell'anno che nella seconda parte della stagione avremmo portato novità. Non piccole cose, ma cose più grandi. Quindi speriamo di poter fare passi in avanti e migliorare. A che livello? Questo non è ancora chiaro”.