“Mio figlio ha avuto un infortunio simile dopo lo scontro con un’auto e ci ha messo quattro mesi per recuperare”. Sono parole del professor Carlos De La Vega, specialista di medicina sportiva, ospite del noto giornalista spagnolo Manuel Pecino sul suo canale YouTube. Pochi minuti per analizzare gli aspetti medici dell’infortunio riportato da Jorge Martin in allenamento, sulla base dei comunicati ufficiali forniti da Aprilia subito dopo l’incidente e poi ieri, all’indomani dell’intervento chirurgico a cui il campione del mondo ha dovuto sottoporsi. La sentenza – pur con il dovere di sottolineare che a emetterla è stato sì un luminare, ma che non ha avuto alcun riscontro diretto visitando Martin o esaminando i referti medici - è di quelle che gelano il sangue. Perché anche nella migliore delle ipotesi, secondo De La Vega, è impossibile pensare di rivedere il pilota madrileno in sella all’Aprilia prima della prima tappa europea della MotoGP. A Jerez. Praticamente tra due mesi. E potrebbero non bastare.
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“E’ un infortunio molto complesso, molto, molto, molto complicato” – aggiunge lo specialista spagnolo. Ripetendo per ben tre volte quel “molto”, prima di proseguire: “Martin ha rotto l'estremità del radio, la parte attaccata al polso, e anche lo scafoide, che è l' osso più difficile del polso, e ha rotto anche quello accanto. Tutto è collegato tramite legamenti. Quindi non solo le ossa si rompono, ma di solito finiscono per essere interessati anche i legamenti. Per questo motivo l' intervento chirurgico da eseguire è molto complesso e vengono utilizzate viti molto piccole. Ciò significa che quella zona rimane gravemente colpita e parliamo dell’articolazione che consente il movimento dell'alluce, che è il dito della mano che si muove di più. Si tratta di un'articolazione molto, molto difficile, con una prognosi impossibile da stabilire e una riabilitazione che sarà inevitabilmente lunga e dolorosa. Personalmente non posso dire quando rientrerà Martin, perché i piloti sono fatti come sono fatti, ma penso che sicuramente salterà gli eventi asiatici e americani e potrebbe non bastare”. E' doveroso precisare ancora, però, che Martin ha avuto più di un grosso infortunio nella sua carriera e che anche nel 2021, dopo un incidente tremendo da cui era uscito con più ossa fratturate che sane, molti medici avevano sostenuto che il suo conto con le moto fosse chiuso lì e invece ha vinto un titolo mondiale in MotoGP appena tre anni dopo.
E' quello che lui stesso sembra aver voluto ricordare a tutti nel messaggio appena pubblicato sul suo profilo Instagram. "Se c'è una cosa che ho ben chiara è che i colpi si possono superare - scrive - Non so se questo mi renderà più forte, ma so che supererò anche questa, come ho sempre fatto. Ora il mio unico obiettivo è recuperare al 100% per tornare a gareggiare e godermi la mia passione, che sono le moto. Perché ci sono tante gare, ma la mano è una sola".
Tra l'altro, almeno in via ufficiale, non c’è alcuna conferma sul fatto che l’infortunio riportato da Jorge Martin abbia interessato anche i legamenti. Se, con una goccia di fortuna in mezzo al mare di sfortuna, i legamenti dovessero risultare non lesionati, allora si potrebbe parlare di tempi molto più brevi, visto che i mezzi di sintesi applicati dovrebbero far saldare le fratture in due o tre settimane. Ma non è ciò che sospetta il professor De La Vega.
“Jorge Martín è in una situazione terribile – ha infatti concluso lo specialista spagnolo - arriva dalla frattura dell'altra mano e del piede e, sebbene non sia una frattura scomposta, è successo sopra un’altra frattura precedente. Il calcagno poi gli provoca sicuramente molto dolore. Mi dispiace molto dire questo, perché provo un affetto speciale per Jorge, ma temo che ci vorranno mesi di riabilitazione. Non possiamo fare paragoni, ma mio figlio ha avuto questo stesso infortunio e ha impiegato quattro mesi per riprendersi”.