E’ amareggiato, deluso, arrabbiato e ha la tipica faccia di chi si sente preso in giro dal mondo che ha amato. Signori, al di là di risultati, incidenti e cronometro, Toprak Razgatlioglu sembra il fratello incattivito del pilota conosciuto fino alla fine della scorsa stagione. Ce l’ha con Dorna, ce l’ha col regolamento e le scelte imposte a BMW, ma sembra dimenticare che ogni anno tra le derivate di serie è toccato a qualcuno. E questa volta, anche se siamo solo al primo giro di giostra, c’è andato di mezzo lui.
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Dopo aver conquistato un onorevole secondo posto in Gara 1, la sua performance è precipitata in Superpole Race, dove un errore in frenata ha condizionato tutto. "Si è vero che ho sbagliato io – ha ammesso – Ma l’inizio non è stato semplice, dato che ho accusato alcuni problemi in frenata. Sono stato fortunato a non colpire gli altri piloti quando ho commesso quell’errore e sono felice che sia andata così”. La situazione non è migliorata in Gara 2, dove i tentativi di migliorare la moto sono stati inutili e probabilmente hanno mostrato i limiti di una pezza peggiore del buco, costringendolo al ritiro e a sfogare la sua frustrazione con un pugno al cupolino. Scena brutta, di quelle che ti aspetti da chiunque, ma non da Toprak Razgatlioglu.
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Poi il turco ha scelto di tenersi a distanza dalla sala stampa di Phillip Island, ma ha comunque trovato il modo di buttare benzina. Un altro degli atteggiamenti inspiegabili, visto che se non vuoi parlare per evitare di dire cose troppo scomode, non ha senso diffondere comunque dichiarazioni. "Non ho mai iniziato le stagioni come avrei voluto –ha affermato -, sia l’anno scorso che due anni fa. Ogni stagione ha un inizio strano, ma adesso non vedo l’ora di tornare in Europa per iniziare la lotta con le Ducati. Perché questo campionato sembra più un monomarca Ducati, ci sono solo Ducati così. Non voglio togliere nulla a Bulega che è stato velocissimo e neanche a Bautista, ma quest’anno tutte le Ducati erano davanti e questo non è normale. Per questo dico che sembra una Coppa Ducati più che un Mondiale. Spero che la situazione cambi, perché nessuno è felice di ciò che sta accadendo e, se non ci saranno cambiamenti, non penso di continuare a correre qui”.
Uno sfogo umanamente anche comprensibile e che sicuramente è anche figlio della frustrazione, ma che stona davvero col personaggio Toprak Razgatlioglu a cui eravamo abituati. E’ sempre stato considerato uno sportivo esemplare, capace di mantenere una posizione neutra anche quando le regole della Superbike sembravano favorirlo. In passato, mentre alcuni concorrenti si lamentavano delle zavorre imposte ai rivali, Toprak sceglieva di restare fuori dalle accuse incrociate. Tuttavia, il recente sfogo suggerisce che qualcosa di più profondo possa turbare il campione turco. Potrebbe trattarsi del mancato passaggio in MotoGP, di un manager ingombrante o di un crescente sentimento di sfiducia che lo ha colto nel momento in cui pensava di aver superato la necessità di dimostrare il suo valore. Panni scomodi e che non piacerebbero a nessuno, ma che anche semplicemente lo scorso anno hanno dovuto vestire altri. Che tutte queste scene non le hanno fatte, accettando pure le figuracce.