Ci sono due momenti, nell’ultimo weekend in pista di Marc Marquez, che ci raccontano quello che vedremo in MotoGP nel 2025. Il primo è il giovedì, quando davanti ai giornalisti della sala stampa dice “Se vinco in Qatar è successo qualcosa”. Una frase condivisa sui social subito dopo la vittoria di domenica da chi si occupa del profilo Instagram di Ducati Corse. La seconda frase invece arriva dopo la gara, la sentiamo in uno degli ormai moltissimi dietro le quinte prodotti da Dorna: il team è in festa, la gente ride, urla.

Manuel Poggiali dice a Marc che si è visto come a cinque giri dalla fine ha cominciato a spingere. Lui, candidamente, risponde che ne aveva ancora. Roba come due decimi in tasca, magari anche tre. Potrebbe essere una frase buttata lì con nonchalance per spaventare Bagnaia, potrebbe essere vero. Di certo il compagno di squadra e gli altri piloti Ducati guarderanno la sua telemetria con un filo di preoccupazione, cercando traccia di quei due decimi d’avanzo in qualche staccata o nell’apertura del gas.
Pecco Bagnaia: l’errore di questo weekend, il primo della stagione iniziato con l’idea di guadagnare qualche punto sul rivale, è nel secondo turno di qualifica, il Q2, quando cade mentre stava facendo segnare il giro record del circuito. E no, non soltanto perché questo l’ha costretto a partire 11°. Vedere Bagnaia sconsolato nella via di fuga ci fa pensare che un altro, Marc Marquez, avrebbe fatto l’impossibile per tornare al box e provare a chiudere un altro giro. Avrebbe fatto la pista a piedi, corso in contromano, menato un marshall, pagato un taxi: insomma, avrebbe creduto all’impossibile abbastanza da renderlo quantomeno una possibilità. Invece Bagnaia torna mestamente al box, a salire sull’altra moto - che i suoi uomini avevano preparato - non ci prova neanche.
E questo è un’errore nell’approccio che può costarti la stagione: se vuoi battere Marc Marquez devi puntare al miracolo ogni giorno. Un po’ come fece Nico Rosberg con Lewis Hamilton, quando nel 2016 arrivò a organizzare una grigliata sotto le finestre della sua camera in modo che l’inglese (vegano) potesse sentire i fumi della carne e innervosirsi. Ecco, a Bagnaia servono queste idee, questa mentalità, questo approccio. Senza sarà durissima.

Il GP del Qatar però non è soltanto questo. È Franco Morbidelli che torna sul podio ma solo dopo la penalizzazione a Maverick Vinales (che arriva spaventosamente in ritardo), è il duello tra Fabio Di Giannantonio e Alex Marquez che si vorrebbero giocare il terzo posto nel mondiale, è Valentino Rossi che vede Marc Marquez verso il nono titolo mondiale. È, soprattutto, un’Aprilia in grande difficoltà, tecnica ma anche umana. Jorge Martín non meritava questo avvio di stagione né tantomeno quello che sta passando adesso tra gli ospedali del Qatar, dato che le complicazioni ai polmoni gli impediscono di tornare in Spagna. Jorge è caduto su di un cordolo ‘Misano 200N’ nelle fasi finali della gara, ma più che incolpare lo scalino bisognerebbe pensare che forse riempirlo di antidolorifici e metterlo su di una MotoGP non è stata la scelta più giusta da parte dello staff medico del Dr. Chartre. Tra una settimana saremo a Jerez, primo appuntamento europeo della stagione: se Marc dovesse dominare anche in Spagna per gli altri comincerebbe a diventare una lunga attesa verso Valencia.
