Uno, Marc Marquez, ha detto che farà riferimento all’altro pur non sentendosi il secondo pilota, mentre l’altro, Pecco Bagnaia, ci ha tenuto a ribadire che si comporterà da gentiluomo con il suo nuovo compagno di squadra. Il tutto nel bel mezzo della festa a Madonna di Campiglio voluta da Ducati per presentare la squadra che proverà a riportare l’1 su una Desmosedici tutta rossa, tra sciate, scherzi, mangiate e gran cordialità. Oh sia chiaro: nessuno fa finta e il clima è bello veramente, però un conto è quello che succede quando il casco che si porta in testa è quello da sciatori e un altro sarà quello che succederà quando il casco in testa sarà quello da piloti.
Viene da dirlo dopo aver guardato i 24 minuti del Face to Face tra Pecco e Marquez pubblicato sul canale ufficiale Youtube di Ducati, con i due che hanno scherzato su “parmigiano e pecorino”, su modi di sciare “da perdenti in partenza” e pure su come proveranno a impostare il loro rapporto nel box del Team Lenovo. Una chiacchierata tutta leggerezza da due che non hanno alcuna ragione di odiarsi e che a volersi bene ci proveranno davvero, al di là del passato di uno e dei legami dell’altro. Almeno fino a quando non sarà ora di mettersi in sella, ma tenendo sempre comunque fisso in testa che difendono gli stessi colori. E hanno lo stesso obiettivo: vincere con Ducati. Sapendo pure, però, che aiutarsi significherà in qualche modo anche “svelarsi”. Sì, perché avranno a disposizione uno i dati dell’altro e soprattutto Marc Marquez insiste spesso su questo punto: “Avere i dati di Pecco mi sarà di grande aiuto”.
E’ stato così nella passata stagione e sarà così anche nel 2025, anche se entrambi ammettono di essere molto diversi. “Quando ho provato a fare alcune curve come Marc sono caduto” – ha detto Pecco. “Il punto di forza di Bagnaia è il mio punto debole” – ha replicato Marquez. Quasi a conferma, appunto che questa è la fase dei complimenti reciproci, delle attestazioni di stima. E che a giorni sarà, invece, il tempo della tempesta. Il più civile possibile. Il più sportiva possibile. Ma comunque tempesta. Anche per “regolare” qualche conto in sospeso. Sì, perché nel Face to Face tutto sorrisi e leggerezza, in cui Pecco ha ricordato la prima volta che si è scattato una foto col 93 e Marquez ha sottolineato di avere una "memoria selettiva", non sono mancati passaggi che suonano di promessa a darsele senza sconti in pista. Un po’ come già successo, ad esempio, a Portimao nel 2024. Ecco, proprio su quell’episodio i due nuovi compagni di squadra hanno provato a confrontarsi.
"In quella corsa – ha detto Pecco - avrei finito quinto, avrei guadagnato 11 punti e avrei potuto vincere il titolo". Marquez, invece, ha adottato un approccio più pragmatico, riconoscendo come a volte, nel tentativo di spingersi al limite, si possa inciampare in situazioni sfortunate. "Nessuno vuole cadere o causare una caduta – ha replicato - ma quando vai al limite, confidi nell'altro e lui confida in te. Ci abbiamo rimesso tutti e due”. Un punto, quello sul fatto che ci hanno rimesso entrambi, su cui concordano e che in qualche modo diventa il cardine del rapporto che dovranno instaurare: provare a farsi sportivamente male, ma senza fare male a Ducati. Magari cominciando proprio dal clima giocoso e da qualche sfottò, “Pecco mangia in continuazione pollo” a cui si contrappone la passione di Marquez per il cane scalatore, nel clima leggero (non c’entrano le temperature) di Madonna di Campiglio
"Per noi questo è come un team building- ha affermato Pecco - È fantastico godersi la neve e la buona cucina. Avere Marc qui rende tutto diverso, perché nelle ultime due stagioni era con Enea. È la prima volta che abbiamo il tempo di conoscerci meglio, e abbiamo parlato molto più della nostra vita privata piuttosto che del motociclismo". Marquez, dalla sua, ha descritto l'evento come il più particolare della MotoGP: "Quando sei in un altro team e vedi questi eventi, desideri farne parte. Anche se sciare non è previsto dal mio contratto e non è il mio sport, visto che l’avrò fatto una decina di volte in tutto e che ho imparato quando avevo già ventitre o ventiquattro anni".