Toprak Razgatlioglu ha vinto Gara1, Superpole Race e Gara2 anche nel round di Most della Superbike. Fin qui nulla da aggiungere, vostro onore. Il dato di fatto è che il pilota turco adesso è letteralmente imprendibile e che la BMW ha sfruttato al massimo le superconcessioni, fino a diventare la moto perfetta del pilota perfetto. Ormai non fa quasi più notizia e l’impressione è che il titolo mondiale, dopo anni di predominio Ducati, finirà tra la Germania e la Turchia.
Quello che c’è da raccontare, invece, è tutto ciò che è successo dietro a Toprak. Cominciando dall’unico pilota in griglia che sembra capace di tenergli minimamente testa: Nicolò Bulega. Il giovane del Team Ducati Aruba ha chiuso al secondo posto sia in Superpole Race sia in Gara2 oggi, confermandosi secondo anche nella classifica generale e diventando, di fatto, il pilota di punta della Ducati almeno per quello che resta di questa stagione 2024. A completare il podio della Superpole Race c’è stato, invece, Alex Lowes, mentre a completare quello di Gara2 un Andrea Antonelli che sembra avere tra le mani la Yamaha molto più di quanto non riesca al campionissimo Jonathan Rea.
E il campione in carica Alvaro Bautista? E’ qui che viene la nota dolente. Lo spagnolo, infatti, in Superpole Race ha rischiato il pasticcio grosso, tentando un sorpasso impossibile su Bulega per agguantare la seconda posizione e finendo per stendersi, oltre che rischiando far stendere il compagno di squadra, rimasto in piedi solo per miracolo. Zero punti nel sacco e tutto da rifare. Solo che nel pomeriggio è andata ancora peggio. Perché alla prima curva il campione del mondo in carica si è scontrato con Danilo Petrucci. Sia Bautista che l’italiano (che in questo fine settimana era riuscito a chiudere secondo in Gara1 e quarto in Superpole Race) si sono ritrovati sulla ghiaia. Gara finita (anche se c'è da ammettere che qualche responsabilità in più ce l'ha Petrucci). Rischiando di coinvolgere nel botto anche Andrea Iannone, che è rimasto in piedi e ha chiuso al nono posto.
Questa la cronaca secca di una domenica che ora offre anche uno spunto ulteriore: Alvaro Bautista e Ducati fanno bene a parlare ancora di rinnovo? E’ chiaro che s’è condiviso tanto, è chiaro che c’è riconoscenza, ma è altrettanto chiaro che Bautista comincia a avere un’età in cui molti piloti hanno già smesso da un pezzo. Tra l’altro, dopo aver vinto così tanto, sicuri che le motivazioni che servono ci siano ancora tutte? Ok, una domenica sfortunata può capitare, ma quando le domeniche difficili cominciano a essere troppe diventa opportuno chiedersi se non sia il caso di fare un ultimo grande atto d’amore verso Ducati: smettere. Andandosene da vincente alla fine di una stagione particolare, piuttosto che rischiare di arrancare per ancora un anno o due. Soprattutto se si considera che in casa Ducati le alternative ci sarebbero e potrebbero non esserci più l’anno prossimo se si sceglierà di aspettare una stagione. I nomi, chiaramente, sono quelli di Andrea Iannone e Danilo Petrucci. Vanno forte con Panigale private, hanno esperienza da vendere e sono prontissimi, entrambi, a salire su una delle Rosse vere. Si tratterebbe solo di scegliere. Anzi, si potrebbe anche non scegliere, spiegando a entrambi che la sella di Bautista finirà a quello dei due che arriverà più avanti in classifica generale alla fine di questa stagione. Con buona pace di Bautista per il quale – sia perdonato il cinismo – forse è arrivato il tempo di un ruolo nuovo dentro la stessa Ducati.