Johann Zarco è serenamente seduto su un divano dai cuscini colorati, due avvenenti conduttrici della trasmissione beIN Sports gli fanno alcune domande che riguardano più l'aspetto "umano" della MotoGP che non il lato tecnico. Che nel paddock non tiri sempre aria di amicizia è piuttosto risaputo, infatti una delle conduttrici gli chiede direttamente se ci sono piloti che lui odia apertamente, anche senza fare nomi… Zarco è rilassato e sereno e, altrettanto serenamente, si lascia andare a espressione piuttosto pesanti, con tanto di nomi e cognomi: "L'ultimo sulla lista - dice (quasi ridendo, ndr) Johann - è Aleix Espargaro".
"Non è uno con cui ho mai parlato molto - ha poi aggiunto il francese - però quando ci siamo incontrati in Portogallo gli ho detto: 'Amico mio, anche se non siamo d’accordo su alcuni argomenti, rispetto la tua carriera, perché sei stato lì davanti per molto tempo, sei diventato un grande atleta, e ora ti stai esibendo bene alla fine della tua carriera: beh, non hai mollato mai. E quando vedo che viaggi con la tua famiglia, con tua moglie, con i tuoi figli, trasmetti buona energia'. Quindi gli ho detto: 'Non siamo amici, non sono un tipo che parla, ma solo perché non parlo non significa che non ti rispetti'. Così Aleix mi ha ringraziato e mi ha detto che tutta questa vita familiare non lo aiuta a diventare campione ma ha aggiunto che diventare campione non è quello che cerca e che desidera essere così come è adesso, visto che tutto per lui sta andando molto bene'”.
E fin qui tutto bene, lo possiamo dire anche noi. Ma poi il discorso vira e il carattere non proprio pacifista di Zarco viene fuori in tutto il suo fulgore: “E poi in Spagna - prosegue Zarco - facciamo un incidente in cui lui cade e trascina giù anche me. Veniamo chiamati dai commissari per raccontare la nostra versione dell’incidente e lui incolpa me! E non si è nemmeno scusato, mi ha appena guardato negli occhi. In effetti, si è comportato come un bambino che stava per essere punito quando avrebbe potuto semplicemente assumersi la responsabilità da uomo. Poi non mi guarda nemmeno per salutarmi e quindi, alla fine, sono io che mi sono arrabbiato. Tanto che sono stato cacciato dalla riunione e sono stato richiamato 15 giorni dopo per spiegarmi, quando è stato lui che mi ha fatto cadere! Ecco, ora vorrei strangolarlo! Eppure è un ragazzo in cui vedo che c’è del buono: beh, è un peccato”.
Non sono pochi i casi di piloti in pista che si mandano a quel paese (per dirla in maniera educata) o che dopo un incidente arrivano a mettersi le mani addosso, ma lì è comprensibile: c'è lo spavento, l'adrenalina, la rabbia per quanto capitato… ma sentire certe affermazioni da un pilota comodamente seduto sul divano di un salotto TV fa una certa impressione. Soprattutto dopo che sono passate diverse settimane dall'episodio e anche se sul viso c'è l'accenno a un sorriso. Certo, non ci aspettiamo che Johann metta davvero le mani al collo dello spagnolo, però forse poteva usare un'espressione un po' meno infelice.
Meno male che ora Zarco ha un ottimo motivo per distrarsi, visto che parteciperà alla 8 Ore di Suzuka con il team HRC. Qui le sensazioni sono buone, i test sono andati molto bene e il francese ha portato la sua CBR-RR davanti a tutti riscattando le deprimenti prestazioni registrate in MotoGP. Non a caso lui e suoi due colleghi, Takumi Takahashi e Teppei Nagoe, piloti esperti di questo tipo di corsa, sono visti come sicuri protagonisti e possibili vincitori di questa importante gara che, in passato, ha visto cimentarsi numerosi piloti del motomondiale come Schwantz, Doohan o Valentinon Rossi, che nel 2001 vinse in coppia con Colin Edwards. Speriamo che la trasferta nel paesse del Sol Levante possa far tornare un po' di serenità e, magari, dare a Zarco anche qualche soddisfazione.