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I peggiori secondo Kevin Schwantz? "Quelli che ora litigano tra di loro per un punto". Sul migliore, invece, il nome è uno solo...

  • di Paolo Covassi Paolo Covassi

19 luglio 2024

I peggiori secondo Kevin Schwantz? "Quelli che ora litigano tra di loro per un punto". Sul migliore, invece, il nome è uno solo...
Kevin Schwantz, campione del mondo e uomo immagine di Suzuki non si capacita di vedere le moto giapponesi costantemente in fondo alla griglia a combattere per l'ultimo posto. Chi invece arriverà presto davanti a tutti è il fenomeno Pedro Acosta

di Paolo Covassi Paolo Covassi

Kevin Schwantz non dovrebbe avere bisogno di presentazioni ma, nel caso vi sfuggisse, ecco un paio di indicazioni per capire di chi stiamo parlando. Quando Freddie Spencer lo portò a correre in Europa disse: "E' un fenomeno, va più forte di tutti, se impara a concludere le gare può vincere cinque titoli mondiali". Ne vinse solo uno nel 1993, in sella alla Suzuki, ma il suo stile di guida e il suo carattere lo resero un vero e proprio mito. Il suo numero, il 34, è stato ritirato a fine carriera; nel 2013, all'età di 49 anni e quasi diciotto anni dal ritiro, partecipa alla 8 ore di Suzuka con la Suzuki GSX-R 1000 del team Kagayama e chiude al terzo posto. Se poi volete farvi un'idea ancora più precisa: cercare il video della gara di Hockenheim del 1991.

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Intervistato nel Paddock Pass Podcast, ha detto la sua sull'attuale MotoGP, partendo dai deludenti risultati delle case giapponesi: “Ogni volta che ci sono le qualifiche ed è l'ultimo giro della Q2, guardiamo e ci sono sei moto giapponesi dietro. È incredibile. Per me, avere Yamaha e Honda bloccate lì dietro è qualcosa che non avrei mai pensato di vedere in vita mia. Penso che i giapponesi siano fissati nel fare tutto nei modi in cui hanno sempre fatto e, finché non arriva una Ducati, un'Aprilia o una KTM, è sufficiente. Ora litigano tra di loro. È divertente, perché si combattono l'un l'altro per cercare di segnare l'ultimo punto”.
Schwantz ha sottolineato che l'unico che sta facendo la differenza è Quartararo: “Credo che abbia preso 12 punti in Germania, probabilmente sono più di quanti ne abbiano fatti tutte le squadre in tutta la stagione. È stato un lavoro duro e non conosco i dettagli, un lavoro molto duro. Honda ha quattro piloti, Yamaha solo due. Per i ragazzi della Honda la svolta è più rapida per entrambi i team. Ma alla Honda spesso non finiscono le gare, quindi non ricevono molti dati e molte informazioni dalla gara stessa. Il lavoro che li attende è lungo e difficile, sono sicuro che in Giappone stanno lavorando senza sosta, sia alla Yamaha che alla Honda, per cercare di risolvere i problemi”.

Kevin Schwantz

Per quanto riguarda i piloti ha speso parole di elogio per il giovane Pedro Acosta e per le sue staccate… e detto da lui! Oggi nelle corse è difficile vedere errori, derapate o perdite di controllo della moto "La cosa migliore è avere un nuovo arrivato, come Pedro Acosta, che lotta con quelli davanti. Il suo miglior compagno di squadra è arrivato a malapena nei primi 10 lo scorso GP. Penso che bisogna togliersi il cappello di fronte a Pedro Acosta e a tutti i membri della squadra, perché credo che Pedro sia al top della condizione e che sia solo questione di tempo prima che vinca una gara. E questa è una stagione lunga, con gare il sabato e la domenica. C'è la possibilità di commettere un errore. Vedo che tutti hanno almeno un weekend negativo quest'anno. E se Pedro riesce a rimanere in pista e a cercare di ottenere un risultato ogni fine settimana, che sia sul podio, la vittoria di una gara o magari la top five o la top 10. Bisogna fare il possibile ogni fine settimana perché le moto sono molto vicine. Se non ci fossero le sei moto giapponesi dietro, le qualifiche sarebbero con tutti i piloti in meno di un secondo".
 

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