Pablo Nieto non è uno che parla spesso e quando lo fa evita di ricorrere a troppi giri di parole. E’ successo anche nella videointervista con il noto giornalista spagnolo Manuel Pecino, che ha cercando di “punzecchiare” il team manager della VR46 Pertamina Enduro sul cognome che a Tavullia fa saltare in piedi tutti quanti. Nieto, però, non si scompone e rilancia: “Alex Marquez è in testa al mondiale, ma non è Alex Marquez il riferimento dei nostri piloti”. Un modo per dire che sì, nulla da togliere al merito dei più piccoli dei fratelli di Cervera e del team Gresini, ma la squadra factory supported di Ducati ha le stesse ambizioni che lo scorso anno aveva il team Pramac (poi diventato campione del mondo con Jorge Martin).

“Il campionato per noi è iniziato bene, entro le aspettative, ma io sono un professionista e quindi se devo dare un voto dico sette e mezzo o otto” – ha spiegato Nieto. Un understatement, considerando che Fabio Di Giannantonio – reduce da un infortunio alla clavicola in Malesia e da un intervento alla spalla a fine 2024 – ha già conquistato un podio in tre gare, e Franco Morbidelli, ha lottato per le posizioni di vertice . “Con Diggia – ha aggiunto lo spagnolo - abbiamo perso terreno a causa della moto non definitiva durante i test. Eppure, eccolo lì: terzo in griglia, secondo sul podio. Con Franky, poi, l’adattamento è stato fulmineo”. Si respira un’aria buona, dunque, ma non ancora perfetta e la sensazione è che i margini di miglioramento possono essere ancora ampi per una squadra che adesso ha la certezza di poter contare su due piloti che potranno davvero giocarsi il mondiale.
Ecco perché non vuole sentire parlare di avversari fuori dal box, ma invece ci sta alla grande a sostenere la competizione tra i suoi, così che entrambi si stimolino a vicenda. La VR46, infatti, non è una squadra, è un ecosistema in cui la competizione interna diventa linfa. “Se Frankie si è arrabbiato per un quarto posto è un segnale positivo. Fa solo bene – ha proseguito Nieto - Significa che le aspettative sono alte e quando due piloti si spingono a vicenda il livello sale. Sì, nel nostro box c’è tensione: il primo avversario da battere è sempre il compagno. Lo era ai tempi di mio padre, lo è oggi, lo sarà domani. Quello che conta è che non venga mai meno il rispetto”.

Anime doppie, quindi, rivalità che si incrociano anche nel segno di differenze tra persone, ma una missione unica. “Sì, i nostri piloti sono molto diversi – spiega ancora il team manager del VR46 Pertamina Enduro Racing Team - Il carattere? Diggia è tranquillo, ma in pista è un predatore. I suoi sorpassi sono coreografici, consuma le gomme come un chirurgo usa il bisturi. Franky è sicurezza allo stato puro: quando tutto è allineato vola. E quando decide di entrare in curva, non ci pensa due volte a farlo duramente”. Quasi un modo per avvisare che la squadra che porta i colori del 46 lavorerà per se stessa e non accetterà per nessuna ragione al mondo un ruolo da spettatrice. Figuriamoci da gregaria. “Alex Márquez adesso è leader della classifica generale – ha tuonato Nieto - ma solo perché Marc ha sbagliato. Il nostro obiettivo sono le moto factory, non le satellite”.
Le possibilità, d’altra parte, sembrano esserci per entrambi i piloti, con Nieto che torna sull’ormai abusato argomento delle differenze tra Desmosedici. “Il salto dalla ‘24 alla ‘25 non è stato drastico come l’anno precedente. La ‘24 resta competitiva, ma le evoluzioni le avrà solo la ’25 – ha concluso - In ogni caso siamo lì: primi tra i team indipendenti, quarti e quinti in classifica piloti. Quando l’asticella è alta, si vola. E qui l’asticella è nel cielo, ma il bello deve ancora venire”.