Marc Marquez ha voluto ribadire di essere il re del Sachsenring? Toprak Razgatlioglu non ha voluto essere da meno a Donington dopo una Gara1 che s’è rivelata un cocktail di dominio, drammi e colpi di scena. Il sultano del tracciato inglese ha comunque scritto un altro capitolo della sua leggenda con la decima vittoria in carriera su questo circuito, portandosi a soli quattro punti dalla vetta della classifica piloti, ma non senza un epilogo grottesco. Al contrario, il suo ex rivale, Alvaro Bautista ha vissuto un'altra giornata da incubo, travolto da un incidente alla prima curva che ha stroncato la sua gara in pochi secondi.

La corsa è letteralmente esplosa subito nel peggiore dei modi. All’ingresso della prima curva, un contatto tra Sam Lowes e Yari Montella ha scatenato una carambola che è costata un altro zero a Alvaro Bautista, scaraventato a terra senza possibilità di reazione, mentre Montella e Sam Lowes hanno necessitato del trasporto al centro medico per accertamenti. Bautista, illeso, è riuscito a risalire in sella, ma con la moto irrimediabilmente compromessa, costretto al ritiro poco dopo. Una disfatta per chi puntava a ridare smalto al proprio campionato e a convincere il mercato di essere ancora un campione su cui puntare.
Davanti a tutti, intanto, Alex Lowes sembrava volare. Con la sua Bimota, il britannico ha subito strappato il comando a Razgatlioglu, spingendo al limite con un ritmo da matto vero. Ma alla Craner Curves, l’impietosa discesa che mette a nudo ogni errore, il sogno si è infranto in modo spaventoso quanto spettacolare: perdita dell’anteriore, testacoda e moto che si è spezzata in due. Lowes, dopo istanti di panico vero, s’è rialzato come se nulla fosse accaduto e è uscito illeso dall’incidente. Con la strada libera, Toprak ha potuto così scatenarsi, grazie anche alla scelta della gomma posteriore SCX, la più morbida, che gli ha permesso di trovare quel grip cercato invano nelle prove del venerdì. Alle sue spalle Nicolò Bulega ha faticato all’inizio con la gomma media SC0, intrappolato nel traffico dei primi giri. Il distacco è subito cresciuto: due secondi dopo pochi giri, sei alla bandiera a scacchi. Per Bulega, secondo posto comunque prezioso su un circuito ostico per la Ducati, ma un buco nell’acqua nella lotta al turco.

A completare il podio Danilo Petrucci. Il ternano ha condotto una gara di pazienza e opportunismo: quarto nella fase centrale, ha superato Andrea Locatelli con un sorpasso chirurgico, poi ha difeso il gradino più basso del podio dagli assalti di Scott Redding. Una prestazione che conferma che è lui il primo degli umani in questa Superbike e che dovrebbe suonare come un segnale fortissimo a Borgo Panigale, dove dovranno decidere a chi affidare l’altra Panigale del Team Aruba dal prossimo anno. Dietro Petrucci: Locatelli, Jonathan Rea e Redding hanno inscenato un duello serrato per il quarto posto, con Redding poi penalizzato da un avvertimento per aver oltrepassato i limiti della pista. Andrea Iannone ha invece chiuso la top ten con una rimonta dignitosa, mentre Michael Rinaldi ha raccolto punti utili.
Il trionfo di Razgatlioglu – sia permessa l’ironia - è stato oscurato da una celebrazione surreale. Al traguardo, due poliziotti lo hanno “arrestato” e rinchiuso in una gabbia. Ma il copione è andato in frantumi: la gabbia si è rotta all’arrivo del “salvatore Soufouglu” e Toprak è inciampato goffamente, cadendo sotto gli occhi del pubblico. Un finale che stride con l’epica delle sue 10 vittorie a Donington e quasi un addio imbarazzante alla SBK per chi nel 2026 correrà in MotoGP. Scenetta tragicomica a parte, Razgatlioglu ha lanciato un messaggio chiaro: la sua tripletta di Misano non è stata un caso. E la Ducati, insieme a Bulega, dovrà trovare risposte immediate. Già da domani con la Superpole Race e Gara 2, perchè adesso i punti di vantaggio sono solo quattro.
