Era il 2008, Lewis Hamilton aveva vinto per la prima volta il mondiale e ITV rilasciava uno dei video più iconici della storia della Formula 1: una compilation dei momenti più iconici della stagione insieme a tutti i membri del paddock che in un karaoke sbadato dei My Chemical Romance chiudeva un anno incredibile. Non c’era scoop, non c’erano rivalità, tantomeno il bisogno di inventarsi qualcosa: nel video di ITV c’era tutta la spontaneità di uno sport che ha fatto innamorare e divertire milioni di persone e che celebrava la fine della stagione. E mentre si guarda Drive To Survive ci si chiede, ma perché Netflix non ha fatto una cosa del genere?
Spesso criticato, il documentario che racconta di ogni stagione di Formula 1 a partire dal 2018 è sia amato che odiato, per tutti i motivi per cui non dovrebbe essere nemmeno guardato: lo spettacolo. C’è chi ama vedere il dietro le quinte del paddock (anche se spesso falsato con montaggi e tagli non fedeli a quanto successo davvero) e chi lo odia proprio perché di sport non se ne parla quasi mai, anzi, raramente solo se serve per condire o spiegare quello che succede fuori dall’abitacolo. Sedici anni fa invece ITV realizzava il documentario più esemplare di tutti, con la voce di Gerard Way che fa da sottofondo punk a un piccolissimo e rookie Sebastian Vettel, ombrelline e direttori sportivi.
Andò in onda poco prima dell’ultima gara della stagione, il Gran Premio del Brasile, l’ultimo trasmesso da ITV che aveva i diritti esclusivi nel Regno Unito, e la reazione che provocò tra gli appassionati fu esemplare. Nemmeno una critica, solo tanti sorrisi e un GP che poi, inevitabilmente, suonava come Welcome to the Black Parade. E rivedere questi cinque minuti di video nel 2024, sedici anni dopo, fa strano, perché il mondo della Formula 1 è decisamente meno punk e più sofisticato. Anche se c’è chi, ancora, lo vive come Jenson Button o David Coulthard, con gli occhiali da sole e i My Chemical Romance di sottofondo.