Il test di Buriram ha parlato chiaro: l’unico modo per andare più forte di Marc Marquez e della sua Ducati è inventarsi qualcosa e farlo fermare. E’ esattamente ciò che ha provato a fare Fabio Quartararo nel Day 2 di Buriram con l’aria scanzonata di quello che, dopo la “sbornia” di Sepang, è dovuto tornare sulla terra in Thailandia senza tuttavia perdere la leggerezza. Durante i test, in un attimo di pausa quasi teatrale, con ancora addosso la tuta del Team Monster Energy Yamaha, il francese si è “infiltrato” al muretto Ducati e, cartello rosso in mano con la scritta BOX, ha aspettato il passaggio di Marc Marquez (unico pilota ancora in pista in quel momento) per fargli interrompere il turno. Lo spagnolo, chiaramente, non s'è fermato e altrettanto chiaramente ha capito che si trattava di uno scherzo. Un siparietto divertente, certo, ma che nasconde comunque, tra le risate, una realtà ben più seria per la Yamaha.
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Perché se è vero che a Sepang, dopo tre giorni di shakedown e altri tre di test le cose erano andate più che bene per i piloti di Iwata, è altrettanto vero che il test a Buriram ha segnato un capitolo difficile per il team giapponese. Fabio Quartararo, dopo aver affrontato una prima giornata problematica, ha concluso i test all'ottavo posto, a 0,731 secondi da Marquez. "Abbiamo fatto una simulazione sprint e testato le gomme. È stata una giornata positiva, ma le sensazioni con la gomma anteriore non sono ancora buone" - ha ammesso il pilota francese. A Sepang, invece, Quartararo aveva mostrato una forma decisamente migliore, conquistando il terzo posto a pochi decimi dal leader Alex Marquez. "Le condizioni erano diverse - ha proseguito – La verità è che mi mancano ancora tre decimi perchè non ho il feeling che vorrei con l'anteriore. Parto senza obittivi o aspettative, ma non sono pessimista, anzi!"
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Alex Rins, compagno di squadra di Quartararo, ha vissuto una situazione simile. Dopo un promettente test a Sepang, dove aveva migliorato notevolmente il suo tempo di qualifica, a Buriram il suo tempo migliore è stato di 1:30.062, solo sufficiente per il diciassettesimo posto. Nonostante ciò, Rins si è dichiarato soddisfatto: "Abbiamo fatto un ottimo lavoro. La mia guida è più fluida e costante rispetto allo scorso anno". Tuttavia, mentre Quartararo punta il dito contro la gomma anteriore, Rins si concentra sulla mancanza di aderenza al posteriore.
Nonostante i miglioramenti in termini di velocità massima, i problemi di trazione e velocità in curva, quindi, ci sono ancora tutti, soprattutto su quei tracciati con condizioni d’asfalto particolari. Quartararo resta cauto: "Non abbiamo migliorato il grip, ma abbiamo guadagnato in velocità massima. Ma è chiaro che ci manca ancora qualcosa". Il francese, pur consapevole dei progressi, riconosce che la Yamaha ha ancora molta strada da fare per competere con Ducati e Aprilia: "Siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo continuare a lavorare sodo. I test sono una cosa, le gare sono un'altra". Due piloti in top 10, lui e Miller, e due ancora indietro, Rins e Oliveira, sono comunque il segno che il margine c’è. E che c’è pure spazio per qualche momento di leggerezza che magari racconta una verità ormai metabolizzata (anche se da stravolgere): ad oggi per stare davanti alle Ducati con una Yamaha c’è solo da sperare che le rosse passino sempre dalla corsia box.