Cosa hanno in comune la Nazionale, la Serie A e la BoboTv? No, non è il calcio. Cioè sì, ma non in questo caso. Stiamo parlando della parola "Crescita". Gli Azzurri con Roberto Mancini hanno appena iniziato quel percorso, appunto, di crescita che sta già dando risultati sensazionali in questo Europeo. Ma i punti cardine della Nazionale in questo momento sono giocatori di squadre italiane che non puntano alla vittoria del titolo, vedi Locatelli e Berardi del Sassuolo. Un sintomo importante di come, dopo anni di calcio opaco, il nostro campionato stia nuovamente tornando, gradualmente, a poter togliersi anche qualche soddisfazione a livello europeo. Insomma, sta crescendo. Poi c'è la BoboTV che in pochissimo tempo si è preso il monopolio dell'informazione calcistica e dell'approfondimento grazie ad ospiti di qualità...e che qualità. Dopo Lele Adani, abbiamo parlato di calcio con un altro dei "Fantastici Quattro", l'attaccante ex Inter e Bari Nicola Ventola che ha analizzato tatticamente e individualmente il gioco della nostra Nazionale, parlato di Serie A e, ovviamente, della forza mediatica della BoboTV.
Nicola siamo agli Ottavi, che inizio è stato?
Mancini ha fatto un lavoro pazzesco, chiunque gioca sa cosa deve fare. Abbiamo avuto Nazionali anche più forti di questa dal punto di vista tecnico, ma come mentalità però nessuna. Quante volte passavi in vantaggio e poi difendevi il risultato, eppure hai portato a casa Coppe del Mondo e un Europeo, Mancini invece continua a voler dar gioco alla sua squadra, si sta adattando a un calcio che sta cambiando, soprattutto all’estero. Gli va dato atto a lui più di tutti.
Cosa ti ha colpito di più degli Azzurri?
Se ci fai caso non abbiamo mai avuto una Nazionale con giocatori che non giocano nelle squadre più importanti nel nostro campionato o che lottano per le prime posizioni. Sono dieci anni che non vinciamo coppe e ci sono giocatori del Sassuolo, della Roma che è arrivata settima, della Lazio sesta che sono diventati punti cardine. Penso a Locatelli, Berardi, Spinazzola e Immobile, tutti sanno quello che devono fare.
Cosa rispondi a chi dice che abbiamo battuto squadre deboli?
Siamo noi che le abbiamo fatte diventare facili. È difficile in tre partite riuscire a non subire quasi niente. Se noi dovessimo giocare con la Francia, magari non vinci oppure si, ma la mentalità non cambia mai, continueremo comunque a giocare e prenderci rischi.
Uscire da situazioni difficili con estrema calma, è questa la nostra tattica?
Giochiamo di intelligenza e, se ci fai caso, Mancini sceglie sempre giocatori tecnici in tutti i ruoli. È normale che poi rischi perché non butti mai via il pallone, preferisce giocare corto, aspettare che gli altri escono per poi punirli. Tutte le squadre stanno subendo il nostro gioco, quello che mi ha sorpreso è stato come nonostante il cambio di otto uomini contro il Galles abbiamo continuato a dominare e giocare con tranquillità. Spettacolo.
Cosa ne pensi della polemica dell’inginocchiamento emersa in questi giorni?
Mah leggevo che Bonucci ha detto che è una decisione in base alle Federazioni. Non vedo nessun problema, conosco i ragazzi, nessuno è razzista. È come quando uno è cattolico ma non praticante. Se non vai in chiesa non vuol dire che non credi in Dio. Tutti sono contro il razzismo al 100%, quando qualcuno ti impone di fare quel gesto posso capire anche chi non lo vuole fare. Ognuno ha i propri pensieri.
L’altra chiave di lettura sarebbe come ha detto Lukaku “Io non mi inginocchio davanti a nessuno” …
È una cosa che parte dall’America lo hanno fatto tutti, è importante che sappiamo distinguere nel 2021 le cose giuste da quelle non giuste. Sono tranquillo per questa cosa qui, nessun doppio senso, nessuno è razzista.
Da attaccante, cosa nei pensi del lavoro sporco delle nostre punte centrali?
La nostra è una Nazionale di qualità che si muove da squadra. Immobile si è completato con il tempo, ha sempre fatto gol ed è migliorato tantissimo nel far salire la squadra e creare gli spazi, andare incontro e favorire gli inserimenti degli esterni. Fa sempre la cosa giusta. Le reti poi sono sempre importantissime, mentalmente ti aiuta tantissimo. Belotti lo amo, si sacrifica ancora di più, non ha fatto gol ma ha fatto una grande partita, avrà i suoi spazi e arriveranno anche quelli.
Cambio argomento, cosa funziona della BoboTV?
Noi siamo un po’ vecchiotti, eravamo partiti da Instagram e volevamo essere tutti e tre insieme, poi quattro con Cassano. Poi funziona bene perché siamo tutti e quattro diversi, possiamo dire quello che pensiamo, raccontare aneddoti, fare qualche risata e parlare tanto di tattica, magari con opinioni diverse.
Come dice Lele Adani: “Il calcio è della gente”, avete abbattuto le barriere tra calciatori e tifosi, è questa la forza della BoboTV?
Siamo sempre tutti calciatori, quando arriva Guardiola non c’è timore reverenziale e anche se adesso è un grandissimo allenatore viene dallo spogliatoio come noi. Siamo subito a nostro agio, Pep ha parlato di Mazzone e ha raccontato tantissimi aneddoti perché sa che tra di noi poi non ci facciamo colpi bassi perché ci viene naturale, abbiamo vissuto il calcio e lo vediamo in maniera diverso. Soprattutto senza farci trabocchetti.
Ogni puntata sarebbe da incorniciare…
Ripeto, se uno accetta di venire da noi sa che si parla di calcio ma è uno stare bene, un ricordare di quello che siamo stati, non solo il presente. Chiaramente poi facciamo delle domande, quando hai uno come Guardiola che rivoluziona il calcio siamo curiosi anche noi. Abbiamo solo da imparare e vogliamo capire, però è bello l’impatto e l’atmosfera che si crea perché poi viene tutto naturale.
In un’intervista raccontavi che Cassano a 14 anni si vedeva che sarebbe diventato un campione, da cosa si capiva?
A me l’han capito a sedici, quando a uno come Cassano lo capisci a quattordici figurati…quello che sorprendeva era la visione di gioco, la tecnica superiore, fuori dal normale per uno della sua età. Lo vedevi, era come Totti, quando era un 14enne lo capivi. Ce ne sono pochi come loro…anche se Cassano c’aveva una testa…
Ma ti verrebbe di mandarlo a quel paese quando ti fa arrabbiare?
Ma si ogni tanto poi in barese gli dico qualcosa, ma lui è così diretto, spontaneo, genuino.
Ma parlando di giovani talenti, che differenze noti con i giovani di adesso?
Di sicuro ce ne sono un po’ in giro e Mancini ha avuto il merito di convocarli anche in Azzurro. Anche se c’è una struttura molto più facile, la Nazionale è collegata benissimo con i club, seleziona i giovani per le under e se uno è talentuoso arriva subito. Prima nei giorni nostri era più difficile. Se Mancini ti chiama, come Zaniolo, Raspadori o Bastoni, vuol dire che sei forte davvero. Ecco Bastoni è fantastico, lo adoro. Ci hanno provato tutti a prenderlo, non è un caso che l'Inter, nonostante le difficoltà, lo abbia rinnovato per primo.
Calhanoglu all’Inter come lo vedi?
Secondo me è nato tutto col fatto di Eriksen. Dal punto di vista del calciatore è normale, se arriva una squadra che ha vinto lo scudetto e non trovi l’accordo con l’altra capisco la sua decisione. Per come gioca Simone Inzaghi potrebbe fare il Luis Alberto, io lo abbasserei mezz’ala perché come seconda punta insieme a Lukaku farebbe fatica. Ma ti ripeto è un ottimo colpo, in una squadra economicamente in difficoltà ma che doveva essere migliorata, sei andato a prendere un giocatore di qualità che può essere protagonista.
Donnarumma al Psg invece?
Uno dei tre portieri più forte al mondo, per più di dieci anni sei apposto. Chiunque lo avesse preso avrebbe fatto un ottimo stra acquisto. Il PSG sarà sempre più competitivo e investirà sempre di più sicuro fino a quando ci sarà il Mondiale in Qatar. Vogliono vincere la Champions e finché non lo faranno spenderanno ancora.
Ti lascio con una riflessione, secondo me il PSG comprerà anche Sergio Ramos…
Ci sta. Sentivo anche Milan e Roma ma in Italia quindici milioni di ingaggio non glieli dà nessuno. Di base credo che le uniche che possono permetterselo sono PSG e Bayern, ma i tedeschi non lo vogliono. Quindi ci può benissimo stare.