La Sprint di Silverstone è la prima Sprint della stagione in cui Marc Marquez non finisce con una medaglia d’oro appesa al collo, cosa che invece gli era riuscita per sei gare di fila. È anche la prima volta - se togliamo la gara di Le Mans, che però è stata condizionata dal cambio moto - che qualcuno riesce ad arrivargli davanti in generale senza che sia lui a stendersi.

A riuscire nell’impresa il fratello Alex, che ha ottime possibilità anche per la domenica e che, in qualche modo, ha reso più dolce la sconfitta: “È sempre brutto arrivare secondi”, ha detto Marc a Sky Sport MotoGP, “Ma è meglio lui di un altro”. Ad aver reso la Sprint inglese più difficile delle altre sono stati principalmente due fattori: la pista e la gomma. Primo: Silverstone ha lunghi curvoni in appoggio, da percorrenza, poche staccate violente. Non il suo stile, come non lo era il Qatar però, in cui invece è riuscito a mettere in fila pole, Sprint e GP. Secondo: tutti i piloti sono stati obbligati a montare una coppia di gomme morbide, cosa che ha persuaso Marc a tentare la fuga per raffreddare l’anteriore e costruirsi un vantaggio sugli avversari: “A fare la differenza è stata la strategia del primo giro, sono stato aggressivo per mettermi davanti: quando monti la soft e hai aria fresca sulla gomma vai molto meglio, però ho sbagliato e sono andato lungo alla 3, a quel punto Alex ha avuto un passo molto, molto buono. Io non andavo più forte di lui, che ne aveva un po’ di più e andava più rilassato, guidando meglio”.
In breve, Marc ha chiesto troppo alla gomma al via, Alex si trova bene a Silverstone e, chiaramente, mettersi davanti gli ha permesso di fare una differenza ancora più grande su tutti gli altri. L’otto volte campione del mondo ha parlato anche di problemi di usura legati allo stile di guida: “Mi aspettavo che le gomme si sarebbero distrutte, era successo già stamattina. Qui faccio la differenza nel T1 e nel T4, Alex la fa tra curva 7, 8 e 9. Va molto forte e lì è la gomma dietro a lavorare. Lui la usa molto, la sfrutta senza consumarla molto ma riesce a fare strada Io vado più in staccata, lavorando con la gomma davanti e consumandola di più”.
Per la domenica c’è da aspettarselo davanti, con le idee molto chiare e una carta in più da giocarsi. Eppure l’attacco feroce, diretto e furbissimo - perché parlando di sé ha coinvolto tutti gli altri - Marc lo produce durante il media scrum con i giornalisti in sala stampa: “Quando provi cinque setting diversi e sei ancora lento, il problema sei tu, non la moto. E non tutti i piloti capiscono questa cosa”. Sì, è Marc Marquez che parla di Marc Marquez. Ma le orecchie che sanguinano non sono le sue.
