Sul giro secco non c’è storia per nessuno. Fabio Quartararo ha centrato la terza pole position consecutiva del 2025, questa volta davanti a Alex Marquez e Pecco Bagnaia, nel bel mezzo di una giornata con qualche difficoltà più del solito di Marc Marquez. Il francese l’aveva già detto dopo Le Mans: “non mi sorprende riuscire a essere così veloce. Il giro in cui dare tutto mi riesce da sempre e è un po’ una mia caratteristica e ora ce sento la moto più tra le mani sono tornato a avere la fiducia che serve per attaccare senza pensare troppo”. C’è riuscito anche a Silverstone, strappando un tempo incredibile con una moto che ha ancora diversi limiti e che, come dimostra il sorpasso effettuato in rettilineo da Marc Marquez su Alex Rins durante le prove, non ha la velocità e la potenza delle Ducati. La Yamaha, però, ha un Fabio Quartararo che a quanto pare riesce a guidare sopra i problemi, con il francese che adesso ha anche “avvisato” tutti di volersi portare a casa la BMW con il 46 messa in palio per il miglior poleman di stagione.

Forse è Marc Marquez che non la vuole, potranno obiettare i soliti disfattisti, ma, battute a parte, la terza pole di fila centrata dal francese è la prova, come ha sottolineato Paolo Pavesio ai microfoni di Sky, che ora Yamaha è tornata davvero. Già ieri a giocarsela nei dieci c’erano anche Jack Miller e Alex Rins e i test fatti in settimana a Misano hanno permesso di trovare soluzioni aerodinamiche che aiutano molto nella gestione della moto in curva. Tutti dettagli tecnici che contribuiscono alla performance, ma la vera svolta è stata un’altra e a raccontarlo, forse senza volerlo, è stato proprio Quartararo. “Abbiamo – ha detto –un nuovo pacchetto aerodinamico che c’è piaciuto molto e abbiamo usato subito qui, anche se siamo venuti a Silverstone direttamente con il prototipo”. Sembra un’affermazione normale, invece è sconvolgente quando si parla di Yamaha. Perché mai e poi mai, secondo il metodo giapponese, qualcosa di appena provato e non ancora perfezionato avrebbe debuttato in gara nel giro di una manciata di giorni. E adesso, come sembrano dire anche gli occhi di Fabio Quartararo, rischiano di essere ca**i amari per tutti, perché la solidità di un colosso industriale come Yamaha, unita a uno spirito più arrembante e tendente al rischio tipico degli europei, potrebbe rivelarsi un mix micidiale. E in tempi molto, ma davvero molto, brevi se si considera ciò che Yamaha è riuscita a fare in termini di performance in soli sette GP.

“Abbiamo bruciato un po' le tappe, dal fare la lotta per entrare in Q2 a fare quattro prime file consecutive – ha scherzato il francese che, però, continua a predicare prudenza e a voler tenere a bada gli entusiasmi - proveremo a fare una bella gara: penso che sia nelle nostre corde. Però sono più ottimista per la gara lunga di domani rispetto alla Sprint di oggi, perché con la gomma soft abbiamo un calo significativo, ma vedremo. Come ho detto a Le Mans, nella Sprint ho fatto una gara intelligente, abbiamo fatto quello che potevamo fare e oggi proverò a fare lo stesso: proverò a stare con loro e a divertirci, che ce ne è bisogno".
Non è, insomma, solo questione di giro secco e di pole position di cui accontentarsi. Anche perché in Ducati il progresso sembra essersi arrestato e in quella mezza volta in cui Marc Marquez (che è comunque umano e più che giustificato) non è al top, i limiti della Desmosedici GP25 vengono fuori tutti. Lo ha ribadito anche Pecco Bagnaia, oggi terzo, sicuramente contento per la prima fila, ma sempre con la stessa frase in bocca: “Il feeling ancora non c’è, questa moto è imprevedibile e in frenata c’è qualcosa che non restituisce confidenza”.