“La M1 finalmente non sembra più un camion. Lo scorso anno era difficilissimo fare tutto”. Lo ha detto Fabio Quartararo al termine di un venerdì di Silverstone in cui ben tre Yamaha hanno centrato l’ingresso in Q2. E erano quattro anni che non succedeva una cosa del genere. Sì, perché l’ultima volta di tre Yamaha nei dieci c’era ancora Valentino Rossi in pista, proprio al suo ultimo turno di prequalifiche, con Valentino Rossi decimo, Franco Morbidelli terzo e Fabio Quartararo, già campione del mondo in quell’anno, nono proprio davanti al 46. Dall’anno successivo per Yamaha sarebbe cambiato tutti. Non solo per l’addio di Valentino Rossi, ma per l’inizio di un periodo di stagioni terribili in cui la Yamaha sembrava neanche lontana parente della moto che era riuscita a dominare per anni e anni e essere l’unica vera rivale della Honda di Marc Marquez.

Ora, però, i segnali che le cose sono cambiate davvero hanno cominciato a vedere si e non solo con un Fabio Quartararo che pure a Silverstone s’è confermato il fenomeno che è, ma anche con Alex Rins e Jack Miller, oggi terzo. Ecco, per Quartararo la grande svolta è stata proprio nel riuscire ad avere un team satellite, con piloti veloci e moto identiche. “Dopo due gare magari non te ne accorgi – ha detto - ma dopo tutti i test e le prime cinque o sei gare si sente molto”. E è anche uno stimolo importante. “Avere piloti che vanno forte – ha proseguito – è importante e io voglio essere sempre davanti, stiamo sviluppando la moto insieme, avere 4 piloti con la stessa moto è molto positivo, speriamo di fare altri passi avanti: stiamo facendo un bel lavoro”.

Un lavoro che è passato proprio in questa settimana anche dal Marco Simoncelli World Circuit di Misano, dove Yamaha ha effettuato dei test privati prima di partire per Silverstone. “Abbiamo provato l'aerodinamica, che usiamo già qui e si sente – ha raccontato ancora il francese – Ancora non è tutto perfetto e bello da vedere perché stiamo usando proprio i pezzi ancora non rifiniti nei dettagli. La moto è migliorata molto in guidabilità, l'anno scorso sembrava un camion. Adesso invece gira bene e con l'elettronica riesco ad avere il mio stile dolce".
Il lavoro da fare, quindi, è ancora molto, ma l’aria che si respira nel box è quella di chi sente di che finalmente si è sulla strada giusta non solo con un Quartararo che ha la capacità di guidare sopra i problemi. E’ quello che ha spiegato anche Paolo Pavesio, sempre ai microfoni di Sky, subito dopo il rompete le righe di questo venerdì. “Stiamo lavorando tanto – ha concluso – i frutti cominciano a vedersi e questo ci permette di avere ancora più entusiasmo per avvicinarci nel minor tempo possibile a chi ci precede”.
