La MotoGP è già proiettata al 2025, al numero che metterà Jorge Martín sul cupolino dell'Aprilia, se terrà il suo 89 oppure chiederà a Noale di comprare i diritti del numero 1, che in questo momento appartengono alla Ducati poiché con con la Desmosedici Pramac lo spagnolo ha vinto il Mondiale. Eppure questo è solo un antipasto dell'argomento principale, ovvero: sarà in grado l'Aprilia di consentire al madrileno di difendere il titolo? Dalla prima giornata di lavoro con Noale, sia Jorge Martín che Marco Bezzecchi sono usciti con dei sorrisi decisi. Dichiarazioni ufficiali, da parte loro, non ce ne sono state (e non potevano essercene, visto che i due saranno fino al 31 dicembre 2024 dei dipendenti Ducati), ma le telecamere della regia internazionale hanno rubato il labiale del briefing tecnico tra Martín ed il capotecnico Romagnoli dopo la prima uscita con la RS-GP 2025: "Bella, molto bella. L'anteriore è meglio della Ducati, ora posso entrare e girare subito. Le mappe sono tutte da fare perché in uscita da alcune curve abbiamo troppa potenza e la moto si muove al primo tocco di gas. Si alza, dobbiamo tenerla giù".
Impressioni positive confermate anche il nuovo direttore tecnico di Aprilia Fabiano Sterlacchini, che dopo l'esperienza in KTM può finalmente mettersi al lavoro per organizzare un nuovo capitolo della storia di Noale in MotoGP. Nuovo è l'aggettivo più banale ma anche quello più calzante per descrivere il momento storico che sta attraversando la Casa veneta in top class: sono nuovi tre piloti su quattro (Raul Fernandez è l'unico pilota con esperienza sulla RS-GP, affiancato da Martín, Bezzecchi e Ogura, neo arrivati), sono nuove le ambizioni dopo un 2024 che - a parte qualche sussulto importante ad inizio stagione - si è chiuso nettamente al di sotto delle aspettative. Non a caso anche Massimo Rivola, dichiaratamente favorevole alla continuità dei progetti, ha sentito bisogno di una sferzata, di una ventata di freschezza - rispecchiatasi nel mercato dei piloti e dei tecnici - che sembra aver già contagiato l'ambiente Aprilia.
La novità principale in termini progettuali coincide con la figura di Sterlacchini che, sostituendo Romano Albesiano (diretto in Honda), sarò chiamato a pianificare questa rivoluzione. Anche se lui, ai microfoni giornalisti al termine dei test di Barcellona, preferisce andarci cauto: "La difficoltà del nostro lavoro, non del mio perché io sono solo un pezzo del puzzle, non è avere nuovi piloti, rookie, ma il fatto che ti sfidi contro tutto il mondo. Se rinunci a qualcosa, qualcun altro sul pianeta spingerà per qualcosa di più, perché MotoGP è una sfida definitiva, estrema. Penso che il fatto che abbiamo Jorge sia una grande opportunità, perché abbiamo un riferimento e possiamo capire quali sono gli aspetti della moto dove possiamo concentrarci di più. Quali sono questi aspetti? Ho bisogno di tempo di capire, per avere un'immagine chiara. La moto ha un po' di movimenti in uscita di curva, un commento evidenziato da entrambi i piloti è la stabilità, punto su cui lavorare. D'altra parte in tempi ragionevolmente brevi Jorge è riuscito ad arrivare con i suoi angoli di piega consoni, quindi questo denota il buon feeling che ha avuto nel primo approccio".
Fabiano successivamente si è detto piuttosto stupito dell'atteggiamento del campione del mondo: "Nel poco tempo in cui ho lavorato con Jorge, cioè metà giornata al lunedì e tutto il venerdì dei test, mi è sembrato un mix tra un campione ed un leader. Ad essere onesti è abbastanza stupefacente il modo in cui sta approcciando il lavoro. Lui viene da una situazione in cui il setting della Ducati è stato cucito addosso alle sue esigenze, nel corso di un processo durato anni, quindi è prematuro dire oggi quali siano gli aspetti migliori della Ducati rispetto all'Aprilia. E poi non dobbiamo guardare troppo al passato, dobbiamo analizzare nel presente cosa ci serve per il futuro". Infine sono state due le domande importanti poste a Sterlacchini: "Di quanto tempo avrà bisogno per conoscere e far rendere al meglio le persone che lavorano in Aprilia? Ritiene che manchino figure tecniche?". Fabiano, prima di prendere posto su un volo che da Barcellona l'avrebbe riportato a Noale, dove affronterà un inverno di lavoro nell'ombra, ha lasciato poco spazio ai dubbi: "Penso mi serviranno dai quattro e gli otto mesi, ma questo non vuol dire che fino a quel momento non lavoreremo. Vi devo dire in tutta franchezza che una delle ragioni per cui sono qua è perché ho visto un potenziale incredibile dal punto di vista della qualità delle persone, quindi penso che non ci sia bisogno di niente, se non lavorare con quello che abbiamo".