Roberto Mancini e il suo addio alla Nazionale, così tanto inaspettato, proprio perché solo pochi giorni fa c’era stata l’estensione del suo ruolo a responsabile del Club Italia (coordinando Nazionale maggiore, under 21 e Under 20). Possiamo però fornirvi una prima panoramica di ciò che pare abbia smosso l’animo del Mancio a lasciare la Nazionale, nonostante fosse (o fosse stato) il primo leader dello spogliatoio, come abbiamo potuto vedere dal gruppo che è stato in grado di creare per la vittoria altrettanto inaspettata degli Europei. La morte di Vialli è stata un terremoto emotivo che non è riuscito ancora a digerire, ed è più di tutti l’aspetto umano che ha portato Roberto Mancini a prendere questa decisione, con la scomparsa di quello che era il suo ventricolo sinistro, compagno di vittorie come di sconfitte: non era la stessa Coverciano senza di lui. E, sempre sul piano umano, Roberto si è sentito un po’ un “parafulmine”, ma indebolito, perché tranne Salsano gli hanno tolto tutto il suo staff, come si legge in un comunicato della Figc datato 4 agosto.
Prima c’erano Mancini, Evani, Lombardo, Nuciari, Salsano e dopo: Mancini, Bollini, Barzagli, Gagliardi e, appunto, Salsano… coincidenza o forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Pare anche che abbia ricevuto una di quelle offerte che non si possono rifiutare da un club che, tanto per cambiare, avrebbe l’insegna degli Emirati Arabi, ma non sarebbe stata questa la spinta vera e propria, perché Mancini non è mai stato un venale, anzi. È stata piuttosto la mancanza di una visione (stavolta non di gioco), di un obiettivo da raggiungere in cui probabilmente non credeva nemmeno più lui viste le condizioni: la vittoria del prossimo Mondiale (al quale anzitutto prima bisognerebbe peraltro qualificarsi).
E, come se non bastasse già il calciomercato ad alimentare il gossip del mondo del calcio, ora è partito anche il toto allenatori per la panchina di ct della Nazionale. La Figc pare abbia visto subito in Spalletti il prediletto, proprio ora che ha preso l’anno sabbatico, o, in alternativa, Conte. Consigliamo però di tenere d’occhio anche le vecchie glorie dei mondiali del 2006, tra cui spiccano Cannavaro e Gattuso, il secondo più affermato come allenatore. Una panchina bollente, un’estate caldissima: vediamo come andrà a finire.