Mentre Marc Marquez festeggiava la vittoria con la Ducati del team Gresini sul circuito Marco Simoncelli di Misano si consumava l'atto conclusivo di un divorzio che era nell'aria da tempo. Il colosso petrolifero spagnolo Repsol, con un breve comunicato, dava notizia della fine della sua collaborazione con il team Honda HRC. Un brutto colpo per i conti di Honda che, invece, ha un disperato bisogno di investimenti per tornare a competere nella classe regina; l'addio di Marc Marquez ha fatto risparmiare all'azienda nipponica i venti milioni di ingaggio, ma l'addio di Red Bull prima e di Repsol ora ha portato un grandissimo danno sia economico che di immagine. Il comunicato ufficiale termina con dei ringraziamenti (piuttosto formali) e un accenno vago sul futuro di Repsol nel motorsport: "L'azienda multi-energetica continuerà a essere legata alle corse automobilistiche, con l'obiettivo di continuare a sviluppare prodotti e servizi di altissima qualità".
Come detto che i rapporti tra le due aziende non fossero più idilliaci lo si sapeva da un po', la mancanza cronica di risultati e l'addio del fuoriclasse spagnolo hanno evidentemente avuto il loro peso e, soprattutto, la gestione attuale non è stata in grado di uscire dalla crisi tecnica e portare nomi importanti nel team che, in passato, ha avuto tra le sue fila piloti come Mick Doohan, Àlex Crivillé, Valentino Rossi, Max Biaggi, Nicky Hayden, Casey Stoner…
Uno dei primi commenti da parte di Honda sulla fine della collaborazione è arrivata proprio dall'attuale Team Manager HRC Alberto Puig, che nel corso dei test di Misano ha rilasciato a Motogp.com una dichiarazione: “Le due aziende hanno fatto un ottimo lavoro, è stata una grande alleanza per molti anni, quasi 30. Hanno vinto molti titoli, sono stati i grandi dominatori della griglia per molti anni, la Honda ha fatto ottime moto per Repsol in tutti questi anni, dimostrando il loro potenziale. È stata una grande collaborazione".
Un passato che sembra lontanissimo per via di un presente quanto meno opaco, ma che forse affonda le sue radici proprio in alcune scelte da parte dei manager Honda che si sono rivelate controproducenti, prima fra tutte la scelta di puntare tutto su un unico pilota come Marc. Il fatto che nessun altro pilota Honda riuscisse a vincere doveva far scattare più di qualche campanello di allarme e proprio Puig ha una parte importante di responsabilità e, forse per questo, evita attentamente di entrare nel merito del motivo che ha portato al divorzio e continua a rivolgere lo sguardo al passato: “Come in tutti gli aspetti della vita, ci sono cose che a volte finiscono. C'è sempre stato un grande rispetto tra le due aziende, ed entrambe sono molto grate per gli sforzi fatti durante questo lungo percorso; da parte di Honda siamo felici di tutto quello che abbiamo ottenuto. Possiamo solo ringraziarli, siamo sicuri che tutte le vittorie e i titoli che abbiamo ottenuto insieme entreranno nella storia del motociclismo”.
E ora? L'addio di Repsol non interpella solo Honda, ma tutto il motomondiale e la sua capacità di attirare gli investimenti di grandi aziende, senza escludere anche ripercussioni "politiche" interne. Ma questi sono aspetti che potremo valutare solo in futuro, mentre l'unica certezza, per ora, è che Honda HRC si trova senza un main sponsor e rischia, come accaduto in SBK, di correre con i propri colori sociali e senza alcuno sponsor importante sulle carene.