Quando nel Motorsport si parla di nuovi regolamenti si sa quando si comincia ma non quando si finisce. Per questo una delle prime decisioni, paradossalmente, riguarda proprio l'entrata in vigore del regolamento stesso, per evitare discussioni e rimandi infiniti. Così sappiamo che dal 2027 ci sarà un nuovo regolamento per le moto che corrono in MotoGP.
La classe regina è diventata troppo potente, veloce e, quindi, pericolosa, così tutti più o meno concordi si è deciso di mettere mano al regolamento che, in sintesi, prevede: motori che passano da 1000 cc a quattro cilindri con un massimo di 850 cc; verranno banditi tutti i sistemi a controllo elettronico per la regolazione dell'avviamento e dell'altezza; gli aiuti aerodinamici saranno perlomeno ridotti in modo significativo. Anche su questi punti ci sono state posizioni molto distanti: c'è, per esempio, chi ritiene l'introduzione degli abbassatori una delle più grandi innovazioni degli ultimi anni ma spariranno anche loro. Ora il punto del contendere è un altro: visto che le case dovranno sviluppare un nuovo motore e una nuova moto per il 2027, la proposta è di congelare lo sviluppo degli attuali propulsori per le stagioni 2025 e 2026 nell'ottica di contenere i costi e limitare gli sprechi.
Il regolamento attuale prevede che i costruttori debbano omologare i loro motori prima della prima gara, quindi, se la decisione verrà presa nel settembre 2024, i prossimi motori dovranno essere omologati per l'uso per due anni prima del GP di Thailandia, all'inizio di marzo 2025.
La FIM Grand Prix Commission, insieme al detentore dei diritti della MotoGP Dorna e all'associazione dei team IRTA, deve prendere a breve una decisione in merito, ma le posizioni sono ancora distanti: mentre i marchi europei si erano inizialmente espressi a favore del blocco dello sviluppo fino al 2027, Aprilia ha cambiato nuovamente idea poco prima del voto finale.
Come è stato riferito dopo il GP di Misano, la commissione FIM ha ora ripreso in mano la questione. Nel prossimo incontro con le associazioni dei team e i dirigenti della Dorna, previsto per il secondo fine settimana di Misano alla fine di settembre, potrebbe essere deciso il divieto di sviluppo dopo l'inizio della stagione 2025.
Honda e Yamaha, i due costruttori che attualmente godono di maggiore libertà di sviluppo in base alle regole di concessione, saranno esentati dal blocco. Ovviamente, solo fino a quando non dimostreranno di essere nuovamente competitivi. L'ipotesi di bloccare lo sviluppo delle moto non è una novità: la pandemia e le conseguenti difficoltà del settore hanno portato allo stop nello sviluppo dei motori dall'inizio del 2020 alla fine del 2021.
Oggi la situazione è meno definita e le attuali aziende leader del campionato costruttori si erano battute per un congelamento, una misura ragionevole in vista di una situazione fondamentalmente diversa tra meno di tre anni, ma forse lo strapotere Ducati sta facendo cambiare idea, dal momento che mantenere la situazione attuale potrebbe garantire alla casa di Borgo Panigale la vittoria anche nelle stagioni 2025-2026 e, in teoria, gli unici a poter migliorare per competere, sarebbero le case giapponesi.
Insomma, tra voglia di vincere e necessità di risparmiare la lotta è ancora aperta ma, pare, ancora per poco.