“Questo è un team vincente, siamo abituati a vincere. A volte devi passare attraverso processi dolorosi, che è quello che sta succedendo ora, ma il nostro spirito è quello di non mollare mai. Il nostro obiettivo è quello di tornare nelle primissime posizioni. Non stiamo facendo tutti questi sforzi solo per partecipare” – è la dichiarazione d’intenti che Alberto Puig, Team Manager Honda Repsol, rilascia ai microfoni del sito ufficiale della MotoGP alla vigilia del Gran Premio della Thailandia. Quattro minuti abbondanti di intervista in cui l’ex pilota spagnolo, uno che tendenzialmente non si perde in chiacchiere ed arabeschi, comunica tutti gli elementi necessari per incorniciare la situazione HRC a tre gare dal termine della stagione 2024.
Un momento eccellente per stilare un bilancio dell’annata: “Non è stata facile, è ovvio”, ammette subito Alberto. “Abbiamo passato sei o sette mesi provando molte cose e cercando di capire; è stata tosta come dimostrano i risultati. Abbiamo trovato un qualcosa nei test di Misano, una certa direzione dalla quale pensiamo di poter progredire. Anche se dall’esterno sembra che non stiamo migliorando, perché in termini di risultati non stiamo migliorando così tanto, internamente stiamo cambiando il sistema e continueremo a cambiarlo. Honda ha vinto per tanti anni, e non cambierà completamente la sua filosofia. Possiamo fare dei cambiamenti, ma Honda resterà sempre Honda”.
Ha ragione Puig quando svela come nei test di Misano qualche bagliore di luce abbia fatto visita ai box HRC, nonostante le saracinesche abbassate e le facce dei tecnici giapponesi rivolte verso i dati della telemetria per trovare qualche soluzione. Risvolti positivi che sembra siano arrivati dal nuovo pacchetto aerodinamico, subito approvato a pieni voti da Luca Marini in quel fondamentale lunedì di lavoro al Santa Monica del mese scorso. Non può essere un caso che dieci giorni più tardi, a Misano 2, Mir e Marini firmassero la miglior domenica stagionale per il team interno (rispettivamente undicesimo e dodicesimo sul traguardo), risultato non sporadico ma confermato dalle successive prestazioni di Johann Zarco con la RC213V di Cecchinello: settimo in qualifica e nono in gara in Indonesia, undicesimo in Giappone, dodicesimo in Australia.
Sebbene la distanza tra la Honda e le Ducati resti cementata (su una media di trenta secondi di svantaggio nell’arco di una gara), appare piuttosto lampante come il distacco da Aprilia e KTM si sia nettamente assottigliato. Piccoli passi in avanti che potrebbero farsi più evidenti nel 2025, quando la Honda avrà un test team di primo livello (“Aleix Espargaró, Taka Nakagami e Stefan Bradl sgrosseranno un po’ di lavoro per Marini e Mir) e una guida tecnica (Romano Albesiano) per la prima volta europea. Cambiamenti degni di nota su cui Alberto Puig si è esprime così: “Il nostro test team passerà l’anno prossimo da uno a tre piloti. Non stiamo rincorrendo le persone, ma Aleix ha deciso di ritirarsi e abbiamo pensato fosse un buon momento per portare da noi la sua esperienza, sappiamo benissimo quello che ha fatto in Aprilia. Oggi hai sempre bisogno di essere all’avanguardia della tecnologia, e trovare info su quello che fanno gli altri è fondamentale. Romano? Sarà interessante avere un differente punto di vista, tutti i ragazzi che arriveranno hanno tanta esperienza, siamo eccitati e daremo loro il migliore benvenuto possibile”.
Infine Puig conclude con una doverosa lettura sugli effetti dell’addio di Marc Marquez, pilota a cui è legato da una profonda stima e dalla condivisione dello stesso box per sei stagioni, comprensive di due titoli mondiali (2018 e 2019) e dalle note difficoltà post Jerez 2020: “Marc non è solo un pilota, è un pilota speciale. Quando arriva in un team o lo lascia, c’è per forza di cose un impatto. Marc ha preso la decisione di cambiare, Honda l’ha rispettata molto educatamente, e penso che in quel momento lui – dal suo punto di vista - abbia fatto la cosa giusta perché ora sta facendo dei grandi risultati. Noi l’abbiamo accettata, ma il team deve andare avanti, il nostro lavoro non verrà fermato da un pilota che resta o parte. Non siamo stati felici ovviamente, ma allo stesso tempo abbiamo rispettato un ragazzo che ha vinto tantissimo con Honda. Stiamo provando a vivere senza Marc, non è mai facile perdere un campione ma la vita va avanti”.