Il primo annuncio è arrivato alle 18:00 di lunedì 3 giugno: Jorge Martín ha firmato un biennale con Aprilia, dove prenderà il posto di Aleix Espargarò. Il futuro di Marc Marquez in Ducati, invece, viene comunicato due giorni più tardi, mercoledì 5 giugno.
Ma come sono andate le cose? esattamente una settimana prima, la notizia praticamente certa era che nel 2025 sulla Ducati rossa ci sarebbe finito Martín, a raccontarlo a MOW è stato, tra gli altri, Aleix Espargarò in una breve chiacchierata durante l’Aprilia All Stars: “La settimana prima (a Barcellona, ndr.) avevamo detto a mio figlio che Jorge avrebbe guidato la Ducati rossa, poi quando alla fine lo abbiamo chiamato per dirgli che avrebbe guidato l’Aprilia era molto contento”.
Tradotto: anche il piccolo Max Espargarò aveva festeggiato la promozione al team ufficiale di Jorge Martín, che da sempre è legatissimo alla famiglia del Capitano. Così tutta una serie di supposizioni, voci di corridoio e indiscrezioni circolate nelle ultime settimane prendono una forma diversa e certamente più veritiera.
Andiamo con ordine. Siamo a Barcellona, Jorge Martín chiude secondo dietro a Bagnaia e i vertici Ducati lo incontrano per fargli la tanto sospirata proposta: nel team ufficiale ci andrai tu, ma se Marc Marquez dovesse vincere il mondiale gli cederai il posto tornando in Pramac. Un po’ quello che abbiamo scritto in un pezzo titolato Gigi, ascolta uno scemo appena dopo il GP di Francia. Questo perché la priorità a Bologna non è mai stata evitare che il mondiale 2024 potesse vincerlo un pilota Gresini o Pramac, quanto piuttosto assicurarsi di avere il campione del mondo in casa nel 2025, di sfoggiare la moto col numero uno nel box. Perché se il titolo lo vinci con una moto satellite e nei test di Valencia sei già in rosso tutto funziona, ma se un pilota dovesse vincere con una moto privata per poi trasferirsi da un altro costruttore si tratterebbe di una perdita gravissima in termini manageriali e d’immagine. A questo arriviamo tra poco.
Quel giorno a Barcellona Jorge Martín accetta la proposta Ducati, principalmente perché è un pilota vincente e in quanto tale confida a pieno nelle proprie capacità, oltre al fatto che il vantaggio in classifica di 40 punti lo aiuta ad essere positivo. A questo punto, con l’idea di aver salvato capra e cavoli, Ducati si presenta da Marc Marquez con in testa le parole pronunciate da quest’ultimo a Le Mans (“Per il prossimo anno voglio una Ducati ufficiale, non importa di che colore”) e in mano una prospettiva anche più allettante: caro Marc, l’anno prossimo ti diamo la Ducati Pramac, aggiornata come la volevi tu. Se poi dovessi anche vincere il mondiale quest’anno, allora finiresti direttamente in ufficiale, in rosso con Bagnaia. E sai cosa? Lo abbiamo già detto a Jorge e a lui va bene così.
A questo punto Marc Marquez, che aveva smesso di definirsi così possibilista da una settimana, limitandosi a un ben più emblematico “Sono intelligente e ho un piano”, ha dimostrato in un attimo di aver soltanto giocato, di aver portato il mercato dove voleva lui. Ed ecco che quando Ducati è venuta con la sua proposta Marc ha sorriso e rifiutato: “Mi spiace, ora la priorità è un team ufficiale. Ma non preoccupatevi, se non dovesse essere Ducati troverò un posto in Aprilia o in KTM”. A questo si riferivano le parole sulle tre opzioni per il futuro. A seguire dev’esserci stato un lungo, lunghissimo minuto di silenzio tra i dirigenti di Borgo Panigale, che messi davanti a una scelta esclusiva - nel senso che uno dei due sarebbe stato escluso - non se la sono sentita di preferire comunque Jorge Martín come era stato stabilito il Spagna.
A questo punto nel sabato del GP d’Italia Albert Valera, manager di Acosta, Espargarò, Arbolino e sopattutto Martín, aveva capito che le cose non sarebbero andate come previsto, perché la conferma sull’accordo stipulato a Barcellona con la Ducati (per cui mancava solo la firma di Marquez) non arrivava. Domenica, col suo pilota, hanno deciso di andarsene da Massimo Rivola, che con l’Aprilia ha fatto tutto bene tirando fuori uno stipendio più che dignitoso accompagnato da un progetto vincente. Così l’obiettivo di Jorge Martín, rifiutato per tre volte da Borgo Panigale (nel 2022 a Misano, nel 2023 a Valencia e nel 2024 al Mugello) è quello di provocare il danno più grande per Ducati: vincere il titolo con una squadra indipendente e andarsene sbattendo la porta. Cosa che, per inciso, potrebbe fare anche Paolo Campinoti, patron del Team Pramac che ha tempo fino al 31 luglio (tempo che probabilmente sfrutterà a fondo) per decidere se accettare una proposta di peso da parte di Yamaha.
Se Ducati ha scelto Marc Marquez, in fondo, è anche perché quest’ultimo ha lavorato come uno stratega da romanzo di guerra per non lasciare grosse alternative ai Bolognesi. “Bisogna essere egoisti”, sono state le sue parole nella prima intervista, rilasciata a un media spagnolo, dopo l’annuncio ufficiale. Parole su cui rifletteranno a lungo sia Jorge Martín, che aveva accettato di firmare la scommessa proposta a Ducati, che Pecco Bagnaia il quale - con tutte le buone ragioni del caso - non si è mai imposto chiedendo di tenere Marquez fuori dal team ufficiale.