Aleix Espargaró fin qui è la superstar del Gran Premio di Catalunya della MotoGP. Lui che è di casa, che abita a Granollers, ovvero a due passi dal Montmeló. Aleix che al venerdì mattina sfoggia un casco speciale, tutto giallo, con impresse le caricature dei suoi figli – Max e Mia – che gli suggeriscono: “Papà, one more lap, un altro giro”. È autoironia pura, con cui Espargaró rammenta a tutti che un anno fa, a Barcellona, un podio certo gli era sfuggito per aver pensato, con un giro di anticipo rispetto alla bandiera a scacchi, che la gara fosse finita. Quel giorno Aleix pianse, oggi – ripensandoci – sorride. Reagiscono allo stesso modo Massimo Rivola e tutto il Team Aprilia. L’aria che si respira tra i box di Noale sembra fare la differenza nell’ultimo periodo. Un’atmosfera rilassata e famigliare, sì, ma allo stesso tempo grintosa, determinata non appena i semafori, spegnendosi, segnalano che l’ora di fare sul serio è scoccata. In Aprilia prevale la voglia di ricordare al meglio il presidente Roberto Colaninno, di dimostrare che il progetto RS-GP 2023 non sia un’involuzione, bensì un armonioso e sapiente perfezionamento della moto che l’anno scorso ha giocato per il titolo mondiale. Dopo un inizio balbettante, Aprilia è tornata ad altissimi livelli. Complice l’avvento di una serie di piste storiche, classiche, amiche, dove – come dicono quelli bravi – conta il flow. Il fluire. La scorrevolezza. Assen, Silverstone, Montmelò. Se il campionato fosse cominciato da un mese diremmo che Aprilia, con Aleix Espargaró e Maverick Vinales, sarebbe la favorita per il Mondiale.
Intanto Noale ed Aleix Espargaro si godono il flow, il momento. Come giusto che sia. Aleix in Catalogna è portatore di una carica entusiastica che nessuno, sulla griglia di partenza della MotoGP, sembra avere. Domina il venerdì di prove, sfiora la pole position al sabato mattina e, anche per questo, si presenta alla Sprint Race con una rabbia agonistica tale da sgretolare qualsiasi tentazione che lo porterebbe a fare calcoli, a gestire gomme o energie. Dà semplicemente tutto, Aleix Espargarò. Al primo giro brucia Jorge Martin e Maverick Vinales, quindi si aggancia al posteriore di Pecco Bagnaia, fulminandolo con una staccata poderosa in curva 1. Poi Aleix fa le cose in grande, si dimentica di tutta la compagnia cantante, alla quale rifila due secondi sulla bandiera a scacchi, dove transita con un’impennata chilometrica e felice. Nel podio-discoteca della Sprint Race del Montmelò, Aleix è l’idolo di una folla che grida il suo nome. È l’idolo del piccolo Max che, dopo un abbraccio affettuosissimo, vorrebbe scolarsi lo champagne del padre, ma riceve “solo” una medaglia d’oro: “Max mi ha detto ‘abbiamo vinto, abbiamo vinto!’. Era molto contento, è il mio fan numero uno, è super orgoglioso del suo papà e per me vedere che sono il suo riferimento è la cosa più bella al mondo. Stava per prendersi la bottiglia, fa così anche coi dolci, per fortuna la mamma gliel’ha tolta!”. Questa energia, che non avrà motivo di scemare domani, giorno della Gara, potrebbe portare decimi extra nel polso di Aleix Espargaró.
Uno degli elementi più gustosi del sabato di Barcellona, dopotutto, è lo scambio di battute e riconoscimenti reciproci tra Aleix Espargaró e Pecco Bagnaia. Se il campione del mondo in carica ha dichiarato che “Aprilia traziona meglio di tutti, ma Aleix oggi ha fatto qualcosa di davvero speciale”, dall’altra parte il pilota di Noale – a Sky – ha offerto un’interessantissima disamina tecnica dei punti di forza della RS-GP, esaltando il talento del rivale ducatista: “Sto guidando la miglior moto della mia carriera. Qui nella fase di rilascio del freno siamo molto forti, portiamo grande velocità in curva e, quando poi spalanchiamo il gas, partiamo da una velocità di cinque o sei chilometri orari superiore alle altre moto. Per questo Aprilia è la moto che traziona meglio. Devo dire la verità, anche se si tratta di un mio rivale. Si parla sempre tanto di Ducati, Ducati e Ducati. Però oggi dov’erano le altre Ducati? Pecco oggi ha fatto la differenza, guidava in modo spettacolare avendo meno trazione di me. Sono state sensazioni molto simili a quelle di Silverstone, io avevo più trazione di lui. Ma comunque ha alzato l’asticella in modo impressionante, ha iniziato a girare in 39 e mezzo e io mi sono detto ‘ma che sta facendo, non ce la facciamo ad arrivare al traguardo con questo passo!’. Però poi sono stato al gioco e l’ho seguito, avevo più trazione e potevo fare anche più percorrenza, ma se all’inizio avessi avuto un minimo dubbio Pecco sarebbe scappato. Sinceramente oggi sapevo di poter vincere, ma i due primi giri mi sono spaventato un po’ quando ho visto i tempi che stava facendo Pecco, poi però ho visto anche che cominciava a spinnare e io lì ne avevo di più. Sono d’accordo comunque, oggi nella guida ero molto energico e felice. È difficile spiegare il sentimento, ma in realtà stamattina ero un po' incazzato per aver perso la pole position. Quindi poi per la Sprint Race sono partito calmo, rilassato, ma allo stesso tempo molto cattivo. Sono contento, prima di tutto devo dire con il cuore che questa doppietta di Aprilia sul podio la dedico al nostro presidente, sarebbe orgogliosissimo di noi dopo tutti questi anni e vedendo dove abbiamo portato il suo marchio.