L’allenamento di ieri pomeriggio è stato concreto, denso, tutto proiettato verso il debutto contro Luca Nardi. Jannik Sinner è entrato nella bolla Wimbledon senza aspettare il Media Day, pronto a iniziare la sua rincorsa al titolo sull’erba più difficile del circuito. Ma questa volta lo fa con uno staff diverso: il licenziamento di Marco Panichi e Ulises Badio, ufficializzato tra i mormorii, con un post di ringraziamento social del fisioterapista, apre una fase nuova. Con qualche incognita, e una certezza: la mente conta almeno quanto le gambe. Il nuovo assetto vede Simone Vagnozzi e Darren Cahill saldi nel loro ruolo, Andrea Cipolla in quello di fisioterapista sul campo e una figura che ormai compare nei momenti chiave: Riccardo Ceccarelli. Il medico toscano, noto nell’ambiente della Formula 1 e della MotoGp, è da anni il riferimento di Jannik per la preparazione mentale. Sinner lo conosce bene dai tempi di Bordighera. E proprio in un torneo che rischia di essere il più fragile della sua stagione, torna ad affidarsi al metodo Formula Medicine, lo stesso usato da Mikaela Shiffrin e da molti top manager fuori dallo sport.

Allenamenti cognitivi, simulazioni emotive al computer, esercizi per leggere e regolare in tempo reale la propria reazione mentale. Perché la pressione, a certi livelli, si gestisce. E Sinner lo fa meglio della media. I dati lo confermano: è tra i migliori del circuito nella gestione dei punti decisivi, quelli in cui il cervello conta più della tecnica. Ceccarelli chiama questo approccio “la teoria dello scalatore”: si procede un passo alla volta, senza farsi ipnotizzare dalla cima. Sinner l’ha dimostrato agli Australian Open, quando contro Rune, colpito da un malessere, ha vinto comunque, stringendo tutto quel che poteva stringere. “È sempre più leader di sé stesso”, aveva detto allora Ceccarelli. E oggi, con un team inedito e due figure chiave da sostituire, quel tipo di leadership gli servirà di nuovo, forse più di prima.