La Formula 1 è uno sport pieno di storie d’amore. Matrimoni, divorzi o anche solo sguardi tra team e piloti che si cercano ma non lo ammettono. C’è chi in una carriera intera corre per tutti, chi i contratti li può contare sulle dita di una mano e chi, come Lewis Hamilton, invece ha sempre corso per la stessa squadra praticamente. Undici anni con la Mercedes, che hanno seguito i cinque passati in McLaren per costruirsi e perfezionarsi, prima di arrivare da Toto Wolff e iniziare a vincere tutto quello che c’era. È la storia perfetta quella di Sir Lewis e delle frecce d’argento, perché in tutti gli anni di collaborazione non c’è mai stato uno screzio che abbia portato una delle due parti a commettere dei gravi errori, anzi: Hamilton si è messo in luce come perfetto uomo squadra e la Mercedes ha dimostrato di sapersi prendere cura di lui come poche altri binomi nella storia dello sport. Non si può parlare allora di un divorzio tra la squadra e il pilota, perché la separazione che vede il britannico lasciare Brackley per Maranello si porta solo dolci ricordi con sé.
E infatti, l’ultima gara insieme ad Abu Dhabi ha visto tributi sia da parte del sette volte campione del mondo, che ha dedicato il casco al proprio team, che dalla Mercedes, che ha scritto dediche e organizzato celebrazioni post gara per salutare il proprio beniamino - anche se il vero e proprio saluto ci sarà nelle prossime settimane in fabbrica. Ciò che è stato assurdo però è il pubblico: l’addio di Hamilton alla Mercedes sembra invece un saluto alla Formula 1, come se il pilota si stesse per ritirare da un momento all’altro. Sui social non si riescono a contare i video e i post che raccontano dell’addio di Sir Lewis alla squadra di Toto Wolff con gente in lacrime, che romanticizza fin troppo quello che per la Formula 1 è routine: i piloti se ne vanno, le squadre cambiano. Certo, sicuramente insieme hanno scritto alcune delle pagine più importanti della storia dello sport, ma è sembrato decisamente esagerato l’effetto che i saluti di Hamilton hanno causato su tutti quelli fuori dal circus. Anche Lando Norris ci ha scherzato: “mica si ritira eh” ha detto ai microfoni dei giornalisti dopo il Gran Premio di Abu Dhabi.
Nel segno di quella che è una nuova generazione di tifoseria, Lewis Hamilton sembra morto dopo la gara di Abu Dhabi e l’errore è proprio quello di non riconoscere l’incredibile passo che fa il sette volte campione del mondo. Uno che dovrebbe, per i ritmi della Formula 1, iniziare a pensare al ritiro o a un cambio drastico nella sua carriera - fuori dall’abitacolo o in altre categorie - in realtà si mette in gioco e cerca la squadra più pericolosa del circus per farlo. Un campione che in realtà ha già avuto tutto dalla sua carriera ma che vuole completare il lavoro al 100%, indossando quella fantomatica tuta rossa che tutti desiderano. Insomma, Lewis Hamilton non se ne va dalla Formula 1, anzi, l’intenzione è proprio opposta e non c’è bisogno di strapparsi i capelli per il suo addio alla Mercedes, anche perché Toto Wolff lo ha detto e ribadito: le porte per lui saranno sempre aperte.
E nel caos del suo addio alla Mercedes e della partenza per la Ferrari, Sir Lewis si isola per un momento e pensa al futuro. Sia al suo, rosso e italiano, che a quello della sua squadra, quella che finora gli ha dato più soddisfazioni. Scrive un biglietto per Andrea Kimi Antonelli, il suo erede nell’impero della Mercedes, che il prossimo anno correrà in Formula 1 a soli diciotto anni. “Se ti prenderai cura della squadra loro lo faranno con te” dice il biglietto attaccato nella stanza del 44, che diventerà quella del bolognese. Lo racconta Stephen Lord, il coordinatore della logistica del team, che dopo il weekend del Gran Premio d’Italia ha trovato la lettera per Antonelli nella stanza del sette volte campione del mondo alla base operativa della Mercedes in Inghilterra. “Mi era venuto in mente che non avrei più visto quella stanza” aveva detto Lewis Hamilton dopo esserci tornato appositamente per lasciare quel biglietto a Kimi.
Un gesto genuino, che rispecchia Sir Lewis in tutto e per tutto. Un pilota che nella sua carriera tra vittorie e sconfitte ha sempre trovato il tempo di preoccuparsi e dare attenzione anche a tutto quello che è il contorno della Formula 1 e non solo, diventando un vero e proprio mito anche per chi di motorsport capisce poco o nulla. Non c’è tristezza nel suo allontanamento dalla Mercedes, ma solo buoni propositi: sia per sé stesso, con tanta voglia di fare bene con la Ferrari, che per chi arriva dopo di lui, il giovane Kimi Antonelli, che avrà sì tanta responsabilità, ma la benedizione del sette volte campione del mondo. Lewis Hamilton è atteso al volante della Ferrari a gennaio a Maranello, che ha già visitato circa cinque volte, come riporta la Gazzetta dello Sport, per conoscere le persone con cui lavorerà a stretto contatto.