Nicolò Bulega ha trasformato il TT Circuit di Assen in un teatro personale. Gara 1 del WorldSBK olandese è stata un monologo della Ducati che porta sul cupolino un sibillino doppio numero uno. Il pilota del Team Aruba è stato capace di scolpire un distacco di quasi 8 secondi dal secondo classificato, martellando su tempi impensabili per tutti gli altri nella prima metà di gara. A completare il quadro un podio tutto italiano: Andrea Locatelli, miracoloso con una Yamaha che ha una velocità di punta di 15 km/h inferiore alle Ducati, e Danilo Petrucci, sempre più in versione “se Bautista molla è a me che dovete pensare”, hanno regalato alla Superbike una pagina di puro tricolore. E dietro? Anche qualche polemica, cadute e un Toprak Razgatlioglu costretto a digerire il quarto posto.

Nicolò Bulega: la solitudine dell'11 che fa soffrire tutti gli altri
Partito dalla seconda casella, Bulega ha gestito la gara con la freddezza di chi sa di avere un’arma in più. Che non è la sua Panigale, ma la tranquillità che riesce a portarsi in sella e la pulizia impressionante che riesce a esprimere pur chiedendo gli straordinari ai cavalli della sua moto. Dopo un iniziale sorpasso di Locatelli in curva 5, ha risposto immediatamente riconquistando la vetta alla curva 6 e allungando senza pietà. Con un giro record di 1’33.581, ha accumulato un vantaggio che ha reso inutili gli sforzi degli inseguitori.
Quattro vittorie in sette gare, leadership consolidata: Bulega non corre, ma domina e amministra. La Ducati Panigale V4 R nelle sue mani sembra un metronomo e anche a Assen, almeno in questa Gar1, è stato impossibile individuare punti deboli, se non nel brivido a pochi giri dalla fine, quando l’italiano stava per rovinarsi la festa da solo.
Andrea Locatelli e Danilo Petrucci: quando un podio è messaggero
Andrea Locatelli ha firmato la sua migliore prestazione stagionale. Secondo a 7.8 secondi da Bulega, il pilota bergamasco ha tenuto testa a un plotone agguerrito, reso ancor più incandescente dall’incidente al settimo giro che ha coinvolto Alvaro Bautista e Sam Lowes. Nonostante la sua Yamaha non fosse un mostro di potenza, Locatelli non si è limitato a difendere: ha attaccato Razgatlioglu in curva 11 senza alcun timore reverenziale, riconquistando una posizione che non ha più abbandonato fino alla bandiera a scacchi.
Di sorpassi che non gli faranno passare una gran notte, Toprak Razgatlioglu ha dovuto subirne anche altri, soprattutto da quel Danilo Petrucci che oggi ha portato di prepotenza la sua Ducati del team Barni sul terzo gradino del podio. Il terzo posto del ternano è un messaggio chiaro: la Ducati Barni non è una comparsa e il pilota che ci sta sopra, anche se non è più un ragazzino, è quello che merita di prendere il posto di Alvaro Bautista se lo spagnolo dovesse decidere di dire basta. Nel podio di oggi, un chiaro messaggio è partito anche dallo stesso Andrea Locatelli, visto che nel 2026 per il bergamasco ci sarà da trovare una sella.
Toprak, il prezzo delle ambizioni e uno strano nervosismo
La gara di Toprak Razgatlioglu è stata un mix di rimonta e frustrazione. Penalizzato di tre posizioni in griglia per aver ostacolato Bulega in Superpole, il turco è partito sesto, salendo fino al terzo posto prima di arrendersi alla superiore fluidità di Locatelli e Petrucci. La BMW M1000 RR ha mostrato limiti evidenti in accelerazione, costringendo Toprak a una lotta estenuante per un podio solo sperato.
I limiti, però, non sono sembrati solo nella sua moto, ma anche in un atteggiamento che non è quello tipicamente rilassato e sorridente del pilota turco. Le voci che lo vorrebbero in MotoGP dalla prossima stagione non lo stanno probabilmente aiutando, così come non lo aiuta la convinzione – smentita dai fatti visto che sul podio c’è finita pure una Yamaha – che questa SBK sia, come aveva detto a Phillip Island, una Ducati Cup, salvo poi dominare tuttoil fine settimana successivo a Portimao.
Il pasticcio di Alvaro Bautista, le cadute che hanno segnato la gara e un rischio per domenica
Il Round di Assen del WorldSBK ha visto una serie di cadute che hanno segnato Gara 1. Su tutte il pasticcio di Alvaro Bautista con Sam Lowes: lo spagnolo, vincitore ad Assen l'anno precedente, ha perso il controllo della sua Ducati, trascinando giù anche il poleman Lowes, che in quel momento stava per mettere nel sacco il suo miglior risultato da quando corre nelle derivate di serie.
Non è andata meglio ad Andrea Iannone, che ha visto la sua gara finire prematuramente al settimo giro in curva 4. Il pilota del Team Pata Go Eleven, dopo una partenza promettente, è stato costretto ancora una volta a un sabato di sofferenza, così come Yari Montella, del Barni Spark Racing Team, che ha vissuto un'altra gara sfortunata, cadendo già al secondo giro in curva 1. Finita sulla ghiaia anche la gara di Axel Bassani, che stava lottando per un piazzamento nella Top 5, a causa di una scivolata all'ultimo giro in curva 8. Una lunga scia di crash che ora rischia di farsi ancora più consistente, visto che Superpole Race e Gara 2 potrebbero riservare colpi di scena. Le previsioni meteo, infatti, annunciano pioggia per domani.
