“Quattro chiacchiere” è solo il titolo. In verità è stata una approfondita analisi sulla stagione appena iniziata dalla MotoGP con Andrea Dovizioso che, intervistato da Giovanni Zamagni per Moto.it, non s’è tirato indietro su niente. E, anzi, sempre col sorriso sulla bocca ha offerto spunti originali tipici di uno che nel paddock della MotoGP c’ha passato gran parte della sua vita. E pure da protagonista assoluto. Lo ha fatto parlando della moto che lui stesso ha contribuito a rendere imbattibile, con la Desmosedici che, oggi, comincia a sentire il fiato sul collo delle altre europee, ma non delle giapponesi.
“I giapponesi negli ultimi anni sono rimasti davvero molto indietro perché è stato un accumulo di anni –ha spiegato - Sono anni che non sono competitivi: Fabio ha mascherato la non competitività. In questo momento il gap è piuttosto ampio e penso che Honda sta vivendo esattamente la stessa situazione; entrambi seguono il percorso giapponese. Con l’introduzione di Bartolini le cose potrebbero cambiare un po’ in Yamaha”. Più difficile, quindi, potrebbe essere la strada per la Honda, anche perché la perdita di Marc Marquez può avere in qualche modo cambiato un po’ gli scenari.
A proposito dell’otto volte campione del mondo, Andrea Dovizioso sembra tra quelli che sostengono che il 93 non abbia dato tutto a Losail, ma, anzi, si sia concentrato di più sull’adattamento alla nuova moto e sul raccogliere informazioni. “Ha passato tanti anni sulla Honda e non sta ancora guidando diversamente – ha proseguito il Dovi - Vederlo guidare così ed essere così poco lontano dovrebbe essere preoccupante per i suoi rivali, perché se riesce a modificare un po' lo stile può essere davvero pericoloso per gli altri. Modificare l'handling non è facile dopo tanti anni e su una Ducati bisogna scivolare in un certo modo, sfruttando sempre l'anteriore e bilanciandolo o sbilanciandolo diversamente, così quando ti adatti puoi fare la differenza”.
Marc Marquez, dunque, potrà essere della partita anche secondo Andrea Dovizioso, con i favoriti Bagnaia e Martin che dovranno però guardarsi anche dall’Aprilia di Aleix Espargarò e dalla KTM di Brad Binder, ma pure di quel Pedro Acosta che ha impressionato anche il Dovi. Di certo, per l’ex pilota di Honda, Ducati e Yamaha in MotoGP c’è, piuttosto, la consapevolezza di un cambiamento che è stato impressionante negli ultimissimi anni. “Ho delle sensazioni strane – ha raccontato ancora il Dovi - quando guardo le gare sembra che mi sono ritirato dieci anni fa e in realtà sono andato in pensione un anno e mezzo fa. Tante cose mi fanno sembrare di un'altra epoca e tutto è molto strano”. Il riferimento, è chiaro, è soprattutto all’aerodinamica, con Dovizioso che sembra d’accordo con quelli che vorrebbero un freno allo sviluppo, sia per la sicurezza dei piloti, sia per garantire uno spettacolo migliore e con più corpo a corpo in pista.