Andrea Iannone è carico e, giustamente, non vede l’ora di tornare in sella. I segnali li ha già lanciati da mesi, diffondendo sui social le immagini dei suoi allenamenti con l’Aprilia RSV4 tra Mugello e Vallelunga. E non ha mai nascosto, soprattutto ultimamente, che il suo pensiero fisso ed immancabile è quello di tornare alle gare quando – il 17 dicembre 2023 – avrà terminato di scontare la spropositata squalifica inflittagli dal WADA per avergli trovato, nel 2019, tracce di drostanolone nel corpo: “Voglio tornare in MotoGP o nella Superbike, penso ancora a correre – le parole di Andrea – perché non riesco a riempire la mia vita con altre cose che non siano la moto o la velocità. Non so come, dove e quando, ma garantisco che tornerò. Io a fare il collaudatore? Per me quelle non sono corse”. Il pilota abruzzese ha le idee chiare, e nel paddock qualcuno disposto a riportarlo subito in pista già c’è, citofonare Paolo Campinoti; il patron del team Ducati Pramac in occasione del GP di Silverstone ha confessato l’affetto che nutre nei confronti di Andrea, di quel ragazzino che nel 2013 esordiva in MotoGP proprio con la squadra toscana, stupendo tutti per la sua esplosività. “Sapete tutti che ho un debole per Andrea Iannone, è così”, ha ammesso Campinoti ai microfoni di Sky. “Gli voglio bene e mi dispiace per quello che sta passando - ha aggiunto - credo che si meriti un’altra opportunità di tornare”.
E Andrea Iannone, che nel 2024 – anno del probabile ritorno alle competizioni – avrà 35 anni, ha certamente mantenuto lo spirito di quel ragazzino. Veloce, diretto, testardo, fumantino, giocherellone ed eccentrico. Al netto di attività imprenditoriali sparse tra Svizzera e Spagna, di vacanze in giro per l’Italia con Elodie e Diletta Leotta, Andrea sa divertirsi ancora con pochissimo. Nel mezzo di un parcheggio sperduto sgasa, in monoruota, alzandosi sulle pedane del suo scooter, come faceva ai tempi della Suzuki per festeggiare un podio sulla bandiera a scacchi di Austin. È un’impennata di felicità, uno schiaffo al tempo, un video che fa il giro dei social. La didascalia “Non provatelo a casa” è un messaggio per dire che lui è presente, vivissimo. Che attende con la giusta fretta, ma senza paura. Andrea ha imparato ad apprezzare ancor di più l’essenzialità delle cose semplici, a dare ascolto a quei pensieri che – normalmente – vengono ignorati. E la storia di Iannone non è normale, anzi. In particolar modo oggi, a 6 anni esatti dalla sua prima vittoria in MotoGP in Austria, vorremmo rivederlo in pista. Ad esultare, arrabbiarsi, impennare. Manca sempre meno, Andrea.