Il mercato piloti della MotoGP è finito prima ancora di cominciare dopo le orecchie tirate a tutti da Carmelo Ezpeleta? Sì, ma niente paura: ci sono Moto3 e Moto2 e, soprattutto, c’è una griglia della Superbike ancora tutta da disegnare. Con qualche nome che, però, è stato scritto già in questo fine settimana, grazie all’effetto domino innescato dall’annuncio della decisione di Aron Canet. Lo spagnolo tutto tatuaggi ha scelto la strada della continuità e della sfida interna alla classe intermedia e ha messo la firma su un contratto pluriennale con il team belga Marc VDS. Più che una rinuncia alla SBK, la sua mossa suona come un “voglio provarci ancora a trovare la porta giusta verso la MotoGP”. A 25 anni, con cinque successi già in bacheca e una stagione aperta con buoni numeri, lo spagnolo preferisce restare dove può giocarsi il titolo e, allo stesso tempo, non rinunciare definitivamente al sogno di una vita. Marc VDS gli offre garanzie, esperienza e una struttura competitiva.
Il cambio di vita totale, piuttosto, avverrà per Jake Dixon, che sbarcherà proprio nel WorldSBK con Honda. Non c’è la firma, ma sembra sia solo questione di qualche ora prima dell’annuncio. Dopo anni solidi in Moto2 e pure un piede messo in MotoGP con Yamaha, la possibilità di misurarsi sulle derivate di serie con la forza di un costruttore ufficiale è l’occasione per rilanciare una carriera che non ha mai mantenuto le promesse. Honda, dal canto suo, trova in lui un interprete adatto a una moto che ha bisogno di concretezza, di risultati tangibili e di un nome mediaticamente forte.
Se la staffetta tra Canet e Dixon è il focus, è innegabile che adesso è più facile anche immaginare gli scenari che cominciano a delinearsi intorno. Soprattutto sul fronte Ducati in Superbike. Il nome di Iker Lecuona è salito rapidamente nelle gerarchie: giovane, esperto delle due categorie e dotato di una fame che più volte ha mostrato performance interessanti, Lecuona è finito nel mirino di Borgo Panigale come possibile pedina per il futuro. In Barni per sostituire Danilo Petrucci, anche se c’è chi fa il suo nome anche per la Panigale ufficiale di Aruba.
Intorno a questi movimenti, BMW studia contromosse. La trattativa non conclusa per Canet lascia i tedeschi a dover riallineare i piani: l’addio di Toprak Razgatlioglu aveva già obbligato a ripensare la line-up e l’ingaggio di Danilo Petrucci è una risposta immediata a un buco pesante, ma il progetto factory richiederà ancora scelte precise. E c’è chi non esclude la mossa a sorpresa (e pericolosa): correre con una sola moto. Michael van der Mark resta sotto osservazione: la continuità è un valore per BMW, ma i risultati dettano le scelte e il costruttore deve capire se puntare su stabilità o su un rinnovamento che metta in pista nomi con altra valenza commerciale e sportiva. Oppure se lasciar perdere direttamente e concentrare tutto su Danilo Petrucci.
