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Pio Esposito è come Haaland e l’Inter deve crederci di più. Ma il 3-5-2 è il modulo giusto per farlo diventare il numero uno?

  • di Andrea Spadoni Andrea Spadoni

16 agosto 2025

Pio Esposito è come Haaland e l’Inter deve crederci di più. Ma il 3-5-2 è il modulo giusto per farlo diventare il numero uno?
In campo si fa notare con gol e magie come il colpo di tacco contro il Monza, in Europa lo cercano da Lipsia, in Italia lo paragonano a Toni, ma...

di Andrea Spadoni Andrea Spadoni

Pio Esposito è il centravanti del futuro: dell’Inter e della Nazionale di calcio. È il momento di dirlo a voce alta, in modo deciso e definitivo. Siamo di fronte a un ragazzo di 20 anni, forte. Fortissimo. Se ne sono accorti tutti, anche all’estero. Tanto che a volerlo ora c’è addirittura il Lipsia che avrebbe pensato al talento di Castellammare per sostituire Benjamin Sesko, fresco di trasferimento al Manchester United per la cifra monstre di 74 milioni di sterline, vale a dire oltre 85 milioni di euro. Roba da attaccanti di primissimo livello in Europa, in un mercato impazzito che vede girare palate di soldi con un facilità come fossero chili di patatine fritte. Chi fa calcio ad altissimi livelli come in casa Red Bull, dove lo sviluppo del talento viene prima dei risultati sportivi, sa che Pio ha la stoffa dei più grandi. Basta vederlo in campo come si muove contro difensori esperti e rudi, come associa le trame di gioco insieme ai compagni, come cerca la porta per mettere la palla in rete. Qualità, quantità ed efficacia, uniti alla “spavalderia” istintiva dei 20 anni, racchiusa dentro la magia di tacco mostrata contro il Monza. Un concentrato che raramente avevamo visto esplodere con tale facilità. 

esposito ansa
Francesco Pio Esposito FIFA Club World Cup 2025 - Inter Milan vs. River Plate ANSA

Per questo non dobbiamo più trattenerci per paura di esprimere giudizi frettolosi: Francesco Pio, il più giovane dei tre fratelli Esposito, diventati adulti con la maglia dell’Inter addosso, è un numero 9 con la stoffa dei più grandi. Come lui il giovane Haaland che dominava con la maglia del Salisburgo e del Borussia Dortmund, il primo Benzema del Lione, Dzeko che meravigliava il mondo al centro dell’attacco del Wolfsburg dei miracoli. Oppure il nuovo Toni, così in Italia molti lo hanno definito. L’attaccante nerazzurro è un po’ tutto questo miscelato insieme: fisicità e capacità nel gioco aereo, coordinazione, tecnica e fiuto del gol. Oltre alla maturità giusta per confrontarsi alla pari con calciatori più esperti. L’Inter ha capito fino in fondo la sua forza? Da una parte rifiuta tutte le offerte e lo blinda in nerazzurro, dall’altra però si fa ancora fatica a vederlo posizionato al centro del progetto del futuro del club nerazzurro. E lo notiamo dall’assetto tattico della nuova squadra di Chivu non proprio ideale per un centravanti con le sue caratteristiche. Insistere con il 3-5-2 alla Inzaghi significherebbe non ottimizzare il lavoro in campo di Pio Esposito. Più giusto sarebbe un 3-4-2-1 o un 4-3-3 che andrebbero a sfruttare la sua fisicità, la spiccata capacità di tenere palla anche spalle alla porta e di muoversi negli ultimi venti metri di campo. Soprattutto servirebbe una costruzione che metta in condizione i compagni di reparto e i centrocampisti di servirgli tanti palloni, come accade ad Haaland nel Manchester City. Giocare tanti palloni, veloci, verticali, mai lasciarlo solo. Perché sì, Pio è uno che si sbatte e pressa anche quando c’è da difendere, ma è un centravanti che deve restare vivo e le opportunità per segnare dovrebbero arrivare anche dalle fasce, per cui servirebbero giocatori che crossano e buttano la palla in area. Spesso. E lì si vedrebbero i risultati. Esposito non va più aspettato, è il momento di farlo volare. E se nelle ultime due settimane di calcio mercato spingiamo al doppio della velocità il video della telenovela Lookman per capire quale sarà il finale, chiarire subito la centralità di Pio nella nuova Inter sarebbe l’acquisto più importante.

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