Ad Assen Marc Marquez ha dato uno strattone micidiale, forse definitivo, al Mondiale 2025. 68 punti di vantaggio su Alex, quasi il doppio su Pecco Bagnaia, bottino pieno nella pista in cui non vinceva da sette anni, in quella cattedrale che non ha mai davvero amato. Eppure Marc ha lasciato l’Olanda tutt’altro che felice: “Sono contento ma non al 100% - ha dichiarato ai microfoni di Sky - perché Alex si è rotto una mano. È il mio rivale principale per il titolo, lo voglio in pista. In più è mio fratello, quindi adesso prenderemo l’aereo subito per far sì che torni velocemente e che torni al più presto”.
Grattugiato sul mento, ammaccato nel fisico dalle rotolate nella ghiaia del venerdì, infastidito nell’anima da qualche parola di troppo dei giornalisti. Al termine del weekend in cui i risultati sportivi potrebbero proiettarlo in estasi, Marc Marquez è quasi contrariato. Deciso a rimettere in ordine tutto ciò che gli hanno fatto andare di traverso. Scorie che risalgono alla Sprint Race del sabato, quando nel paddock ci si chiedeva se Alex Marquez le avesse davvero tentate tutte per insidiare la vittoria del fratello. Noi avevamo analizzato la questione qui, senza immaginare che ventiquattr’ore più tardi Marc potesse tornare sull’argomento.
Lo ha fatto di sua spontanea volontà, parlandone sia ai microfoni di Sky Italia che a quelli della conferenza stampa post gara: “C’è una cosa che mi ha fatto arrabbiare nel media scrum di sabato. Hanno iniziato a farmi domande del tipo ‘perché tuo fratello non ha provato a sorpassarti?’. Allora oggi dovrebbero chiedermi ‘perché nemmeno Bezzecchi ti hai mai attaccato?’. Se il pilota davanti, chiunque sia, difende bene, attaccare è impossibile. Se in questa MotoGP non sei molto più forte di quello davanti, non si può attaccare. Ieri la gente ha iniziato a dire ‘Alex non ci prova mai con Marc’. Eppure oggi è successo lo stesso con un altro pilota. Il mio punto debole erano le curve 10-11, la parte più veloce e più stretta della pista. Lì, se stai in traiettoria, non possono sorpassarti. Il mio punto forte invece era la staccata della ‘esse. Così ieri ho potuto difendermi da Alex e oggi ho fatto lo stesso con Marco. Ma ripeto che i più veloci, nella Sprint e in Gara, erano loro due”.

Insomma Marc lo ha ribadito in tutti i modi: ha vinto due volte senza essere più veloce. Gli è bastato essere il più bravo, il più forte, quello che si è difeso meglio, quello che ha applicato la migliore tattica di gara. Se nessuno ad Assen è mai riuscito ad affacciarsi all’interno della sua traiettoria, il motivo è puramente tecnico, da imputare esclusivamente al suo talento. Bisogna credergli.
Avevamo scritto sabato come Marc avesse costruito la vittoria nella Sprint su una sola curva - la quindici, la piega mancina che immette nella “esse” finale. Domenica, a caldo, il 93 ha confermato quest’ipotesi, aggiungendo il tornantino di curva cinque come perno fondamentale dei suoi trionfi: “Le curve a sinistra mi hanno salvato il weekend. È dove ho fatto il sorpasso ieri a Quartararo e dove ho scavalcato oggi Pecco”. A margine di questa dichiarazione, Marc è salito insieme al fratello su un volo per Madrid. Il Team Gresini, oggi, ha diffuso una nota riguardo alle condizioni post operatorie di Alex: “L’intervento chirurgico per la frattura parziale del secondo metacarpo della mano sinistra si è concluso con successo. Ulteriori aggiornamenti sul recupero del pilota seguiranno nei prossimi giorni”.