La presa di posizione ai tempi del Covid gli è costata anche qualche contratto e Marco Melandri, proprio in quel periodo, ha deciso persino di lasciare l’Italia per trasferirsi definitivamente in Svizzera. E anche adesso che il Covid sembra un lontano ricordo e che le spaccature tra vax, novax e freevax sembrano superate, l’ex pilota della MotoGP e della Superbike sembra avere ancora il dente avvelenato. Parla spesso di quella che ha considerato una sorta di battaglia civile in cui ha scelto di schierarsi in primissima linea, fino a confessare proprio a noi di MOW (salvo poi ritrattare in parte) di aver provato a farsi contagiare per scongiurare di doversi sottoporre al vaccino.
“Io – ha recentemente dichiarato in una intervista – non sono mai stato un novax. Semai sono un freevax, nel senso che non ho tollerato che il vaccino venisse imposto per poter avere una vita normale. Io l’ho fatto per mia figlia. Non sopportavo il fatto che ci imponessero il vaccino perché penso che ognuno debba essere libero. Sono finito anche sulla gogna ma va bene così e lo rifarei. Dopo quel periodo, però, ho deciso di lasciare l’Italia. Ora vivo qui in Svizzera e sono contento di averlo fatto, perché penso che sia il posto migliore in cui far crescere mia figlia”
Questione alla spalle? No, perché le tante critiche ricevute proprio in quel periodo, con quella presa di posizione forte, hanno continuato a fargli male. Ma non fino al punto di lasciare stare esuperare. Anzi, Marco Melandri è tornato a rilanciare. Lo ha fatto anche oggi, repostando tra le sue storie di Instagram un articolo di Repubblica che racconta la decisione della casa farmaceutica Astra Zeneca di ritirare dal mercato il suo vaccino anti Covid, dopo le ammissioni sugli effetti collaterali.
Una notizia nell’aria da giorni, ma divenuta ufficiale solo oggi e che Melandri ha immediatamente commentato: “Ora che diranno le Virostar e tutti i super personaggi schierati che ci volevano chiudere nei lager?” Una domanda, la sua chiaramente provocatoria e senza riferimenti a qualcuno in particolare, ma che conferma, laddove ce ne fosse bisogno, che Melandri non s’è mosso di un millimetro dalle sue posizioni. E che l’argomento Covid è più vivo in lui delle rivalità di quando faceva il pilota di moto da corsa.