Kevin Schwantz cammina per il paddock con un microfono in mano: è il GP delle Americhe, bellezza, sui canali Dorna c’è un commentatore extra. Johann Zarco gli dice che vuole chiudere la stagione come prima Honda. Dice che il prossimo obiettivo è il team ufficiale e che nel 2027 Honda può avere ancora una volta la moto migliore: un buon momento per essere lì, su quel mezzo e circondato da ingegneri. Schwantz gli risponde che nonostante Suzuki abbia sempre lavorato bene, Honda era un’altra cosa anche ai suoi tempi. In conferenza stampa i fratelli Marquez, Franco Morbidelli e Ai Ogura. Il tracciato ha adesso tre asfalti diversi, buche in ogni dove, le incertezze del meteo e un solo grande padrone che prende la parola per primo.

Lui non si nasconde: “È ovvio che abbiamo cominciato nel modo migliore, sento la moto e il limite ad ogni sessione, mi sento a posto, bene con la squadra, la connessione aumenta di gara in gara”, dice Marc Marquez, casco speciale con su scritto Speed Shop e grafiche da dirt track. Certo, dobbiamo tenere l’attenzione alta, perché quando ho vinto il mio ultimo titolo nel 2019 l’unico circuito in cui ho fatto un errore è stato questo. Le aspettative crescono di gara in gara, però meglio così che avere dei dubbi. Cerco sempre di vedere il negativo delle cose per evitarmi quella confidenza extra che può portarmi in situazioni che non mi piacciono”.
Alex Marquez racconta di essere in crescita e di non avere grandi aspettative su questo circuito. Poi gli chiedono se battere Marc sarà la sfida della stagione: “In tanti sono veloce, sappiamo che qui Marc ha un vantaggio in più ma dobbiamo focalizzarsi su di noi, non su quello che fanno gli altri. Sono contento che la pressione sia su di lui, io so già in quali curve andrà fortissimo ma penseremo a noi stessi con l’obiettivo di prendere più punti possibile”.
Franco Morbidelli: “In Argentina abbiamo fatto un lavoro incredibile, sarebbe bello continuare così, sappiamo che Marc e Alex - soprattutto Marc - sono in una forma strepitosa, sarà difficile prenderli ma vediamo”. A questo punto gli domandano di Goiania, dove l’anno prossimo si correrà il GP del Brasile. “C’è grande passione per lo sport e i brasiliani sono appassionati in generale, ma per il motorsport c’è una grande connessione. E amo il loro stile perché è un po’ anche il mio. Spero che regaleremo un bello spettacolo”.
Ai Ogura invece, sempre di poche parole, racconta che l’Argentina è stata una fotografia più verosimile del suo livello rispetto alla Thailandia e che il COTA sarà difficile, anche se si tratta del GP di casa per Trackhouse.
Un ragazzo portato da Dorna in conferenza stampa chiede a Marc Marquez come fa a guidare così bene su di una pista così disastrata. È una grande domanda. Lui restituisce una buona risposta: “Chiaramente chi corre per stradacerca di avere sempre una moto gentile, bilanciata. Ci alleniamo nel flat track e nel motocross perché ogni giro e diverso e ti devi adattare. Ma è sempre difficile, domani potrebbe essere bagnato e sarà un tema. Ma quando passi su di una buca in pista sai che lo dovranno fare anche tutti i tuoi avversari: inutile pensarci troppo”. Franco Morbidelli dice che le moto da fuoristrada ti aiutano molto a gestire piste difficili, buche e poco grip.
Così un giornalista dice a Marc Marquez che in Italia lo paragonano a Lewis Hamilton: “Mah, di sicuro abbiamo fatto entrambi un cambio di costruttore, lui è passato alla macchina rossa e ha già trovato un bel risultato in Cina. Se mi paragonano a lui per me è un piacere, non è solo un grande pilota: è una superstar. Chiaramente abbiamo uno stile diverso, ma è sempre bello quando ti paragonano a un grande atleta”.
A questo punto arriva in sala una notizia: Jorge Martín sarà al COTA. Non per correre, ma per conoscere meglio il team. “È positivo”, dice Marc Marquez. “Per lui e per Aprilia. Abbiamo bisogno del numero 1 in pista e di un’Aprilia davanti, un campionato con più costruttori è più divertente. Fare del team building è una buona strategia per un pilota”. Alex è d’accordo col fratello, Morbidelli torna al 2024: “Io ho fatto la stessa cosa l’anno scorso in Qatar”, dice. “Non potevo correre, però sono andato a conoscere il team. È importante stare col team, specialmente se è nuovo. Ed è utile anche se non puoi correre”.
Prima di chiudere, qualcuno chiede a Marc Marquez se gli piacerebbe aggiungere dei circuiti americani al calendario. “Adoro le piste negli USA, per la maggior parte girano a sinistra. Andiamoci”.
