Jannik Sinner non è solo il numero uno del mondo, il campione che domina il circuito e attira invidie da ogni parte – dai colleghi incapaci di raggiungere il suo livello (vero, Kyrgios?) a chi ha vinto tutto ma forse non si rassegna a un nuovo re (vero, Nole?). Sinner è anche un ragazzo che cerca la sua serenità, tra una partita a carte, un giro sui kart e qualche colpo di golf, anche se lontano dai suoi standard sul campo da tennis. Con il ricorso al Tas della Wada ancora pendente, Sinner vive un momento in cui le pressioni non arrivano solo dai match point, ma anche dai media, dal chiacchiericcio degli spogliatoi e dai commenti dei social. La sua ricetta? Ritrovare gioia nelle cose semplici: “Fare cose che mi danno gioia, soprattutto ora, mi aiuta. E mi aiuta anche essere circondato da persone che mi conoscono bene e che tengono a me come persona, oltre che come giocatore di tennis”. Anche i social, un tempo territorio poco esplorato, sono diventati uno strumento che utilizza con consapevolezza: “Con me c’è Alex (Meliss, ndr) che gestisce questa parte, e mi fido molto di lui. Ovviamente decidiamo insieme cosa mostrare e cosa no”.
In un momento in cui sarebbe facile cadere nella trappola delle provocazioni, Sinner sceglie il silenzio e il lavoro: “Non credo di dover rispondere a quello che dice Nick (Kyrgios, ndr) o altri, perché so di non aver fatto niente di male”. E sulle parole di Djokovic, che lo ha recentemente descritto come più vicino allo sci che al tennis? “Mah, forse è perché lui ha sciato in passato...”, risponde con un sorriso. La Volpe rossa è abituata a dribblare le polemiche, preferendo lasciare che siano i risultati a parlare. Il 2024, anno in cui Sinner ha conquistato il suo primo Slam, ha segnato una svolta: “Sono cambiate tante cose, dentro e fuori dal campo. Negli ultimi 12 mesi ci sono state tante prime volte, tante cose nuove che ho imparato. Ma penso che a 23 anni ci siano ancora tante cose in cui posso crescere e fare esperienza”. Tra queste, c’è anche il saper convivere con l’incertezza del ricorso al Tas: “Io ne so quanto voi. Non ci sono novità. Sarebbe bello potervi dire che è una situazione a cui non penso, ma è ovvio che è nella mia mente e devo conviverci. Non posso fare nulla, se non preparare questo Slam curando ogni particolare. I dettagli fanno la differenza”. Mentre il mondo guarda alla sua prossima mossa, Jannik continua a fare ciò che lo ha portato al vertice: lavorare, crescere e trovare gioia anche lontano dai riflettori.