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Bagnaia, Martin, Bastianini e poi Marc Marquez: tre capolavori assurdi e un mistero tutto da spiegare a Assen

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

30 giugno 2024

Bagnaia, Martin, Bastianini e poi Marc Marquez: tre capolavori assurdi e un mistero tutto da spiegare a Assen
Pecco Bagnaia a Assen non lascia un metro a nessuno. Nemmeno a uno Jorge Martin che la ha provate tutte, comprese le gomme più morbide, rispondendogli crono su crono, fino alla resa. Dietro di loro podio in rimonta per Enea Bastianini che si lascia alle spalle Marc Marquez, protagonista di strane manovre, e Fabio Di Giannantonio (che può approfittare della penalità inflitta a Maverick Vinales)

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

A  Assen c'è solo Pecco Bagnaia. Il campione del mondo della Ducati s'è imposto di prepotenza anche nella gara lunga della domenica, martellando crono da qualifica e lasciandosi alle spalle tutte le chiacchiere, le voci, i dibattiti sul mercato della Ducati e sulla sua capacità di essere leadership. A Pecco Bagnaia a Assen frega niente di essere leader: vuole essere padrone proprio. E c'è riuscito, imponendosi senza appello in ogni singolo turno di prove, poi nella Sprint e oggi pure nella gara lunga, girando primo alla prima curva e passando per primo sotto la bandiera a scacchi. Adesso le vittorie con Ducati per Pecco sono le stesse che ha ottenuto un certo Casey Stoner. "Sono contentissimo - ha raccontato al parco chiuso - oggi è stato tutto perfetto".

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Perfetto e imbattibile, mentre dietro solo Jorge Martin ha provato a rispondergli. "Non c'era molto da provare, Pecco era imprendibile - ha raccontato Martin - ho cercato di tenere il suo passo e ci sono anche riuscito, ma il gap non si accorciava. alla fine va bene così, un secondo posto è più che buono e un podio a Assen è un gran risultato. Ora pensiamo alle prossime, visto che sono ancora in testa nella classifica della coppa del mondo". La battaglia vera è stata alle spalle dei due leader del giorno, con Enea Bastianini protagonista di una rimonta incredibile dalla decima posizione. "Ho cercato di spingere - ha raccontato l'italiano  - Ho avuto qualche problemino soprattutto nelle curve a destra, ma poi giro dopo giro andava sempre meglio e alla fine sono riuscito a salire sul podio nonostante la decima casella sulla griglia di partenza. Abbiamo fatto un gran lavoro con la squadra". Un gran lavoro a cui ha fatto seguito l'ennesima grande rimonta. Che si traduce anche in un evidente rammarico per le difficoltà in qualifica che lo costringono sempre a lotare di rimonta. 

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Un post condiviso da Ducati Corse (@ducaticorse)

A proposito di Aprilia, c'è da dire che quella di Maverick Vinales è stata l'unica in livrea nera oggi in griglia, visto che sia Aleix Espargarò, sia Lorenzo Savadori hanno dovuto dare forfait dopo le brutte cadute nella Sprint di ieri. Brutta caduta,oggi, anche per Pedro Acosta, che ha chiesto troppo alla gomma morbida della sua GasGas e s'è steso quando si trovava in settima posizione e a poche curve dalla bandiera a scacchi, poco prima dell'ultimo giro. La prima KTM al traguardo è stata, quindi, quella di Brad Binder (settimo) seguito da Alex Marquez, Raul Fernandez e Franco Morbidelli, che chiudono la top ten. 

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Un post condiviso da Sky Sport MotoGP (@skysportmotogp)

A vincere il mondiale nel mondiale delle moto giapponesi è stato, invece, ancora una volta Fabio Quartararo, dodicesimo dietro a Jack Miller, che ha messo le ruote della sua Yamaha M1 in crescita davanti alla Honda di Johann Zarco. Il francese della Honda ha salvato la domenica terribile di HRC che era cominciata con una caduta di Luca Marini e proseguita con il crash di Joan Mir. L'italiano  si è rialzato e ha chiuso ultimo dietro a Takaaki Nakagami, sedicesimo dietro a Miguel Oliveira e Augusto Fernandez. Unica Ducati non al traguardo, infine, è stata quella del team Pertamina Enduro VR46 di Marco Bezzecchi, caduto nelle prime fasi della gara a conclusione di un fine settimana di feeling mai trovato con la sua moto.

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L'ordine di arrivo prima della penalità a Vinales

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