A noi lo aveva detto dopo Misano, nel nostro MOWGP, quasi sottovoce: “Enea Bastianini mi ricorda Casey Stoner”. Dopo la vittoria ad Aragon, la quarta quest’anno per il suo pilota, Carlo Pernat l’ha ripetuto su Sky, ancora più convinto e convincente. Se a 74 anni è ancora lì a portare i suoi piloti nel miglior equipaggio della griglia è anche per questo: nessuno sa alzare la fiamma come Carletto, sempre svelto a piazzare un paio di frasi dove servono. Se ne sono accorti subito a Sky durante gli approfondimenti del dopogara, dove la discussione è iniziata in un attimo. Meda e Zamagni, in studio, dicono che si, effettivamente in qualcosa Enea Bastianini e Casey Stoner si assomigliano. Non nei risultati né tantomeno nella guida, perché le moto sono cambiate e nessuno le manda più di traverso, ma nell’attitudine da bestia appunto, tutto istinto e cuore. Sanchini non è d’accordo e si oppone senza mezze misure: “Bastianini assomiglia a Bastianini”. Così, per qualche minuto, Sky ci regala un dibattito in cui tutti quasi si dimenticano delle telecamere e pensano solo al proprio punto di vista: bello, funziona, è un po’ quel dietro le quinte che vuole vedere chi è a casa.
Bastianini nel frattempo, che Casey l’ha preso come modello e idolo da quando correva con le minimoto, pensa soltanto al mondiale. I punti da Fabio Quartararo sono 48, quelli da Bagnaia 10 in meno, quelli in palio per il vincitore nelle prossime gare 125. I numeri gli danno ragione e lui, finché sarà così, continuerà a provarci, ad arrivare più avanti possibile ben lontano dai desideri di Claudio Domenicali che lo vorrebbe secondo pilota dietro a Pecco. Anche Gigi Dall’Igna in merito è stato chiaro: “Lavoro tanto con i piloti e li vedo come collaboratori e ai collaboratori penso si debbano chiedere le cose a cui loro possono rispondere sì”. Niente di impossibile dunque, come lo sarebbe chiudere la manetta all’ultimo giro con una vittoria davanti agli occhi. “Quei cinque punti ci avrebbero fatto comodo, ma è giusto così, Enea se l’è meritata”, ha aggiunto.
Ma Enea Bastianini è davvero come Casey Stoner? No, non nella guida almeno. E neanche nell’attitudine, perché Casey sorrideva di rado e soffriva la pressione, la stampa, le gare. Enea no, sorride, si diverte e scrive frasi in romagnolo sul casco. Uno, Stoner, faceva il tempo in due giri stando sulla moto il meno possibile. L’altro, Enea, ci arriva un po’ alla volta, si sistema, picchia quando c’è da farlo, è una bestia della domenica e non un maniaco del giro secco. A dirla tutta, forse a Stoner ci assomiglia più Bagnaia. Un lato di quel fuoriclasse che si è ritirato troppo presto però Enea lo ricorda: è anche lui fuori dall’orbita della VR46 ed anche lui è col talento puro che sconvolge i programmi, tanto quelli di Ducati che volevano Martin così come quelli di Carlo Pernat che dopo Simoncelli voleva lasciare. Per assomigliare davvero a Casey Stoner ad oggi serve solo una cosa: vincere il mondiale con la Ducati. Enea può farlo, Francesco anche. Magari faranno a turno.