Carlos Sainz non è uno di quei campioni che si arrende. Forse, per essere campioni, non ci si dovrebbe arrendere mai. 60 anni, una carriera costellata di successi, ha un figlio d’arte, Carlos Sainz Jr., e ultimamente lo abbiamo visto alla Dakar, nel deserto, a lottare come una tigre, nonostante l’età, contro problemi tecnici e un incidente che ha spaventato un po’ tutti. Inizia la nona tappa e dopo soli 5 chilometri Sainz prende una duna ad alta velocità, perdendo il controllo dell’auto. La macchina si incaglia nella sabbia e si ribalta, con un impatto davvero importante. L’Audi è ora inutilizzabile e lui deve essere portato in elicottero all’ospedale di Riyadh. A malincuore accetta. Salvo poi cambiare idea. A metà strada chiede di essere riportato indietro, per ritornare in gara. Torna dal suo compagno Lucas Cruz e aspettano di rimettersi in corsa. Si sfiora l’impresa, finché non arriva il giudizio definito sul veicolo. Niente da fare. L’Audi non potrà ripartire.
Si rientra in Spagna, con molta amarezza ma dopo aver dimostrato al mondo degli appassionati di che pasta è fatto, nonostante il fisico, un campione. E una volta tornato in Patria è proprio Sainz a farci sapere come sta. Dopotutto all’ospedale non ci era andato più e non avevano potuto concludere gli accertamenti sul posto. Nella sua pagina Instagram pubblica così una foto di lui e scrive: «Al mio ritorno a Madrid i dolori alla schiena, dopo quello che è successo al Rally Dakar, sono persistiti più del solito. Seguendo la raccomandazione dei medici, mi sono sottoposto a ulteriori esami per poter valutare con precisione l'entità della lesione. Purtroppo i risultati non hanno portato buone notizie, poiché ho le vertebre T5 e T6 fratturate. La nota positiva è che entrambe le vertebre sono stabili e da oggi stesso la mia priorità sarà riprendermi il prima possibile».