Dopo undici anni sulla Honda che era stata ritagliata, cucita e sviluppata a misura di Marc Marquez, il pilota spagnolo si trova a dover ricominciare a studiare. Non i libri, ma i dati degli altri piloti Ducati che sono più veloci di lui. Ai microfoni di Sky Marc ha fatto il punto della situazione e ha ribadito la necessità di imparare e crescere piano piano. Il primo passo? Imparare a guidare la Desmosedici e a scoprirne i segreti: “Sì, sto lavorando su quello. La Honda faceva tanto ‘stop and go’, si girava molto veloce nella curva, in questo invece la Ducati è un po’ diversa e in quel punto, se vado d'istinto, quando guido d'istinto ancora vado un po’ come con la Honda. Ma piano piano – dice sorridendo Marc – sto imparando da Pecco e da Martin, che sono i due che vanno più forte; anche Bastianini va molto molto bene, ma ha uno stile di guida un po’ più particolare. Ma sono loro quelli che vanno forte e sto provando ad imparare da loro”. Di fatto, a giudicare dai tempi del primo venerdì dell'anno (con Marc che ha chiuso con il 4° tempo nelle FP1 e davanti a tutti nelle FP2) sembra che da imparare gli resti poco. Sia ben chiaro: vederlo subito veloce e in grado - probabilmente - di giocarsi il titolo è un regalo per il motociclismo, non un problema. E, a giudicare dal fatto che in Qatar non era mai andato particolarmente forte, il meglio dobbiamo ancora vederlo.
Uno dei vantaggi di entrare a far parte della grande famiglia Ducati, con le sue otto moto in pista, è di poter accedere ai dati. “Per ora sto imparando guardando i dati – conferma Marc - da come guidano non ancora, non so se avrò l'opportunità di stare un po’ dietro loro in gara, perché sono più forti. Per il momento. Ma sto imparando dai dati e vedremo durante la stagione se piano piano riesco a stare un po’ più vicino. Non penso di poter essere protagonista in Qatar, perché è una pista dove di solito faccio fatica e ancora ci sono 4 o 5 piloti più forti. Dobbiamo capire piano piano dove possiamo lottare e per il momento siamo un po’ lontani… ma vediamo. Si deve lavorare, si deve imparare; ci sono piste come in Malesia o qui dove faccio fatica, ma anche piste dove si possono usare vari stili di guida. Per il momento l’aspetto su cui abbiamo lavorato di più e dove mi sento più a mio agio è il passo gara. Sul giro secco faccio più fatica, perché durante la preseason puoi allenarti meglio sul passo gara girando tanto. Nel giro secco fai un giro o due con la gomma nuova e basta; là devo ancora imparare tanto perché faccio un giro e quello dopo faccio più fatica. Proprio su questo posso imparare ancora tanto da Bagnaia e Martin”.
Finora abbiamo sentito un Marc umile, disposto a imparare, quasi dimesso. Per quanto ancora? Probabilmente finché non si spegnerà il primo semaforo dell'anno per la sprint del sabato in Qatar.