Il primo vero giorno di scuola della MotoGP 2024 in Qatar non si è fatto mancare praticamente nulla. Una sessione asciutta e una bagnata. Le nuove livree esaltate dal sole che tramonta e, poi, dalla luce artificiale. Un rookie che padroneggia trecento cavalli da veterano, che regala salvataggi degni di un otto volte campione del mondo, con gomito e spalla a fare leva sull'asfalto. Le Ducati che restano il riferimento, KTM e Aprilia nel pacchetto di mischia, Honda e Yamaha più attardate ma con prospettive nuove, promettenti. Ventun piloti in poco più di un secondo. Le prime velate polemiche per le modifiche al format del weekend di gara, causa pioggia nel deserto.
Dalla lieve perturbazione che ha investito Lusail in serata - poco prima del secondo turno della MotoGP - è scaturita una decisione comprensibilmente prudente. Il direttore di gara Mike Webb, il safety commissioner Loris Capirossi e il 60% dei piloti della top class hanno scelto di rinviare le prequalifiche al sabato mattina. Nessuno aveva mai avuto occasione di testare le gomme full wet della Michelin sull'asfalto fresco e rinnovato di Lusail. Nessuno poteva sapere quale sarebbe stato il livello del grip sul bagnato, nessuno - tra gocce d'acqua, spray, sabbia e il riflesso dei lampioni sull'asfalto scuro e inzaccherato - poteva immaginare quali scherzi di luce si sarebbero abbattuti sulla visiera dei piloti. Allora meglio provare il tutto con calma, senza l'assillo del risultato, della classifica. Ecco quindi che il venerdì del Qatar è stato completamente libero, coi piloti che - d'accordo con Michelin - sono stati costretti solo a completare otto giri sul bagnato nella FP2 accorciata di quindici minuti (poi in realtà hanno sfruttato a fondo tutto il turno, perché la pioggia potrebbe ripresentarsi nel weekend). Un fatidico quarto d'ora che invece verrà aggiunto alla terza sessione di domattina (bandiera verde alle 11:40 italiane), in una P3 trasformata da libera a vincolante per l'accesso diretto alle prime dodici caselle della griglia di partenza. Una prequalifica dopo la quale scatteranno Q1, Q2 e Sprint Race (ore 17 italiane), per un sabato infuocato e ad alto tasso di stress agonistico. Ma adesso parliamo di questo venerdì, che per appassionati e addetti ai lavori è stato un piacevole, sereno e prolungato antipasto della stagione appena cominciata.
La copertina del venerdì di Lusail la conquista Marc Marquez. Perché ha concluso le secondo libere sul bagnato davanti a tutti e perché nel primo turno, sull'asciutto si è piazzato quarto ad un decimo dall'1'52"624 firmato da Jorge Martín, miglior tempo di giornata (distante ancora quasi due secondi dal record della pista di Pecco Bagnaia fatto segnare nei test, dieci giorni fa). Quindi l'otto volte campione del mondo è presente, competitivo, veloce e insidioso in qualsiasi condizione. Proprio lui, che nel corso di tutto l'inverno ha tentato in qualsiasi modo di estraniarsi dalla lotta per il titolo mondiale, in una ben oliata strategia comunicativa volta a scaricare pressioni e aspettative lontano dal suo box. Invece ecco che, non appena le faccende si fanno serie, Marc Marquez c'è. Adesso in Qatar gli avversari cominciano a preoccuparsi della sua reale forza. Si domandano in che misura Marc abbia finora giocato a nascondino. Una prima risposta verrà probabilmente consegnata domani.
Pedro Acosta invece non ha partecipato al nascondino. È stata una guida prorompente, vistosa, sgargiante e redditizia quella del rookie maravilla in sella alla KTM nel suo primo giorno da pilota della top class. Terzo sull'asciutto, terzo sul bagnato e costantemente in cima alla tabella dei tempi. La sensazione è che il classe 2004 di Mazarrón possa presto modificare a suo favore i record di gioventù del Motomondiale. I suoi compagni di marca lo seguono a ruota, dando ottime speranze a Francesco Guidotti e agli uomini di Mattighofen: Brad Binder, quinto con gomme slick, ha già mostrato un ottimo passo gara; Jack Miller è sempre rimasto tra i primi dieci e potrebbe scombinare tutte le carte in tavola in caso di gara bagnata. Convincente l'Aprilia con Aleix Espargaró (secondo sull'asciutto), più attardati Maverick Vinales e Miguel Oliveira. Tornando al plotone Ducati, invece, Jorge Martín sembra non aver dubbi sulla sua velocità, anche se gli manca ancora qualcosa per trovare la quadra perfetta (nei test aveva riscontrato un problema di vibrazioni, oggi risolto, ma al termine della FP2 baganata si è lamentato della visibilità e dello scarso feeling con la Desmosedici in configurazione wet). Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini hanno confermato quanto di buono fatto vedere nei test invernali e possono puntare alla posta grande. Pecco Bagnaia invece non ha ritrovato le sensazioni che dieci giorni fa lo avevano portato a siglare il record della pista (per uno pneumatico posteriore medio indigesto sin dalla prima uscita dai box di giornata), ma ha chiuso decimo il turno asciutto e non c'è motivo di andare in apprensione. La "delusione" del venerdì qatariota coincide con Marco Bezzecchi - diciottesimo al pomeriggio e tredicesimo alla sera - che ancora non sembra andare d'accordo con la GP23. Per Franco Morbidelli, pronosticabilmente ultimo dopo la prima sessione, è stato un primo giorno di assoluto apprendistato sulla Desmosedici. Il sesto tempo sull'asciutto di Johann Zarco è figlio di un eccezionale stint con gomma soft nuova al posteriore. Il reale livello delle moto giapponesi, ad oggi, sembra essere espresso dalle quindicesime, sedicesime, diciassettesime e diciannovesime posizioni occupate rispettivamente da Alex Rins, Joan Mir, Luca Marini e Fabio Quartararo al termine del turno asciutto. Eppure qualcosa in Yamaha e Honda è cambiato, lo si notta dalle facce speranzose e motivate che animano i box di Iwata e Tokyo. Prima o poi i risultati di una rivoluzione tecnica arriveranno.