In una MotoGP che si gioca sempre più sui decimi di secondo e dove le variabili sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni, occorre che anche i regolamenti entrino sempre più nel dettaglio. Non per vincolare i progettisti o per togliere libertà ai team, ma per garantire il massimo della sicurezza possibile senza andare a discapito delle prestazioni. È ciò che è accaduto lo scorso anno in riferimento alla pressione minima di gonfiaggio degli pneumatici. Facciamo un attimo il punto.
Gli pneumatici sono gli unici punti di contatto tra la moto e il terreno, nelle MotoGP attuali la potenza dei motori, dei freni e l'aerodinamica stressano le gomme molto più di quanto non avvenisse in un passato recente. Una gomma leggermente più sgonfia (parliamo di centesimi di bar) consente una maggior impronta a terra e, quindi, maggior tenuta in frenata e grip. Inoltre, soprattutto per i piloti che non partono nelle prime file, quando si guida "in gruppo" la temperatura e quindi la pressione dei pneumatici tende a salire e, invertendo quanto detto prima, una gomma "troppo" gonfia riduce la propria impronta sull'asfalto; da qui la scelta di partire con una pressione inferiore a quella consigliata. Ma se le gomme vengono utilizzate a una pressione inferiore a quella prevista si rovinano molto più in fretta, con il rischio che si deteriorino al punto da diventare pericolose. Per questo lo scorso anno si è deciso di introdurre una soglia limite di pressione e un regolamento che prevedeva controlli e sanzioni. Essendo l'anno di prova le penalità erano precedute da dei richiami per i piloti che non rispettavano la regola. Nel corso dell'estate un vero e proprio braccio di ferro tra case, piloti, Federazione e Michelin ha portato alla fine a un accordo che sembra tutto sommato ragionevole.
Nel corso della stagione 2024 si sono stabilite quindi delle regole, anticipate a MOW da Piero Taramasso già da qualche settimana, che da un lato vengono incontro alle esigenze dei piloti, dall'altro tutelano la sicurezza e il rispetto delle regole.
Ecco come cambia la situazione: la pressione minima (che potrà variare anche a seconda dei circuiti e delle circostanze) è fissata in 1,80 bar all'anteriore (quindi 0,08 in meno dell'anno scorso) e 1,68 al posteriore; il numero di giri in cui la pressione deve essere a norma è del 30% nelle Sprint e 60% nei GP; la regola vale solo in caso di gomme slick e non si applicano nelle gare flag to flag. Le penalità saranno applicate fin dalla prima infrazione e saranno di 8 secondi per le gare Sprint e 16 secondi per i GP. Considerando che la precisione degli strumenti lascia poco spazio all'errore ci sembra che, alla fine, si sia giunti a un buon compromesso.
A questo va aggiunto, come spiegato dagli stessi responsabili Michelin, che i "warning" e le penalità ricevute dai piloti nel corso del 2023 sono state, più che altro, una maneira delle squadre per giocare una sorta di jolly per migliorare le proprie prestazioni nei singoli eventi, non dei veri e propri errori. Questo, di conseguenza, significa che nel 2024 non dovremmo vedere - al netto di errori clamorosi da parte del team - piloti penalizzati per aver corso con pressioni irregolari. Vedremo se sarà davvero così.