Con Laura Beretta, che si occupa della comunicazione dei piloti del Team lenovo Ducati, e con Mauro Grassilli, direttore sportivo di Ducati, che è rimasto in disparte, un paio di metri più indietro, senza togliere mai, ma mai davvero, lo sguardo e le orecchie dalla bocca del pilota. Pecco Bagnaia nella sala stampa di Misano, dopo la giornata di test al Marco Simoncelli World Circuit, s’è presentato così, dopo che il giorno prima aveva rinunciato all’appuntamento con i giornalisti per chiudersi in una riunione fiume con i suoi ingegneri. Sorride, ha la solita gentilezza, ma si vede che la faccia non è quella di sempre. Ostenta anche la solita sicurezza di quello che si dice tranquillo, di quello che non prende neanche in considerazione le chiacchiere sul futuro che si dicono (e si leggono) in giro e prova pure a buttarla un po’ a ridere. “I giornalisti sono fetenti a volte – dice – bisogna capire anche come vengono poste le domande per interpretare le risposte”. Il riferimento, è chiaro, è all’intervista di Gigi Dall’Igna a Sky in cui l’ingegnere della Ducati dice che anche lui, proprio come Pecco, ha perso la pazienza. E che la stanno perdendo anche i tifosi.

Un modo, quello di Pecco, per ribadire ancora una volta che nel box è tutto ok, che non ci sono rotture sul piano dei rapporti umani, che nessuno fa mobbing più o meno sottile per fargli nascere pensieri che vadano oltre il rosso. Ribadisce che è tutto ok, insomma, e, se lo dice, si ha il dovere di crederci al di là dell’idea personale che ognuno è libero di farsi. I problemi, sembra ripetere ancora sia nell’intervista in Italiano che in quella in Inglese, sono di natura tecnica. E ieri mattina nel box, per dargli una mano, c’era anche Casey Stoner: “E’ incredibile come lui, e anche Manuel Poggiali, capiscano le mie sensazioni solo guardandomi guidare e che quando mi confronto con loro sanno già cosa ho da dire”.
Insomma, tutto sembra tranne che il day after di una mezza catastrofe sul circuito di casa. Anche se la classifica parla chiaro: malissimo nella Sprint e a terra nella gara lunga. “L’atmosfera nel box è sempre stata la stessa: lavoriamo insieme – dice Pecco - Anche loro di Ducati sono in difficoltà come me. È normale che non siano contenti: le ultime tre gare le ho finite ottavo, nono, settimo, e ieri sono caduto. Però stiamo lavorando per tornare davanti e oggi nei test abbiamo fatto un buon lavoro, ma non so se riusciremo a portare tutto in Giappone. Il team lavorerà sodo, ma serve cautela. Continueremo così: a piccoli passi. Stoner? È sempre un grande supporto. Stamattina l’ho visto lavorare sulla moto, una volta mi ha detto che avrebbe voluto fare l’ingegnere. Ha un occhio incredibile, è super analitico, a volte anche troppo, ma per me oggi è stato importantissimo. Peccato che non può esserci sempre: ci capiamo, abbiamo idee simili, parliamo spesso. È venuto spontaneamente a aiutarmi, ha anche un ottimo rapporto con Christian Gabarrini. Casey Stoner quando c’è, fa la differenza”.

Intanto, dai box e dalla giornata sembra essere arrivato qualche segnale, ma ormai il pilota italiano sembra aver imparato la lezione di chi troppe volte ha parlato troppo presto. Ma ci tiene a spiegare che quel mezzo sorriso che ha in faccia è reale e che non sta vivendo alcuna guerra interiore. Dal box e dai dati, oggi è arrivato un segnale. “È vero, abbiamo trovato qualcosa, ma non voglio dire troppo. So solo che non voglio più fare così tanta fatica. Sono stufo – spiega – Come vivrò questi giorni di stacco prima del Giappone? Lavoro, certo, ma cercherò anche di rilassarmi. Sono uno che riesce a staccare: ieri sera, ad esempio, sono andato a mangiare tagliatelle con i miei amici. Sto bene. Però è ovvio che in questo momento pensi a ogni dettaglio: alimentazione, preparazione… Essere ossessivi aiuta, ma a volte è anche un limite. Bisogna trovare il giusto equilibrio”.
Mauro Grassilli, lì dietro, continua intanto a osservare tutto senza tradire la benchè minima espressione del viso, con Pecco che poi aggiunge: “Oggi era importante usare la giornata per lavorare su ciò che abbiamo, non abbiamo provato componenti nuovi, ci siamo concentrati solo sul set-up. Abbiamo spostato dei pesi sulla moto, cercato di capire la direzione. E devo dire che a livello di passo sono stato molto veloce: il mio miglior tempo l’ho fatto con gomme che avevano già 21 giri. Una cosa che non mi era mai successa in stagione. La riunione di ieri sera? Eravamo tutti d’accordo, in un certo senso contenti della caduta. Almeno ho provato. Meglio così che un altro weekend anonimo. La nostra attenzione era già tutta sul test di oggi, volevamo fare qualcosa di diverso. Ad Aragon e Jerez i test non avevano funzionato, oggi sì”.
