Doveva finire con la doppietta il Gran Premio di Las Vegas per la rossa, che tra le strade di Sin City doveva tirare fuori la sua forza tecnica e invece è riuscita ad aggiudicarsi solo un terzo e quarto posto - con tanto rancore lasciato tra le curve. Infatti, dopo essere scattati secondi e quarti, con Carlos Sainz in prima fila dopo aver sfiorato la pole position nel venerdì sera americano e Charles Leclerc un po’ più in difficoltà con gli pneumatici subito dietro, l’obiettivo di Fred Vasseur sembrava essere la doppietta. E invece, una volta spenti i semafori a Las Vegas sono emerse tutte le difficoltà di Maranello, con una gara che non ha portato nulla di positivo alla squadra, se non qualche punto in più rispetto alla McLaren, che è rimasta però al primo posto della classifica costruttori.
Dopo la partenza ad essere davanti era Charles Leclerc, in seconda posizione ma con Carlos Sainz dietro di lui, data la furbizia del monegasco nello scegliere la traiettoria interna per la prima curva del tracciato. Con George Russell sempre più a portata di sorpasso, il pilota della Ferrari ha iniziato a spingere per tentare di superarlo, chiedendo troppo ai suoi pneumatici e dovendo rinunciare a quella che poteva trasformarsi in una battaglia interessantissima - e cedendo anche la seconda piazza a Sainz, migliore nella gestione delle gomme in Nevada per tutto il weekend. Nella seconda parte della gara Charles Leclerc è riuscito a ritornare davanti al suo compagno di squadra, che però non si è lasciato scappare l’occasione di battagliare nuovamente col monegasco una volta uscito dalla pit lane. Con le gomme più calde e nonostante la richiesta da parte del muretto di non superare Leclerc, lo spagnolo ha tentato comunque il sorpasso, aggiudicandosi così la terza posizione in gara.
“Se non lo capisce provate a dirglielo in spagnolo” ha detto Leclerc al suo ingegnere quando gli è stata comunicata la volontà del team di tenerlo davanti. Poi però è tornato a concentrarsi sulla gara, aprendosi con Bryan Bozzi solo alla fine del GP, dove le parole che ha speso per il suo compagno di squadra sono state parecchio provocatorie: “So di aver fatto il mio lavoro, ma essere buono mi fot*e sempre. Ogni caz*o di volta” ha iniziato il monegasco. “Anzi, non si tratta nemmeno di essere buoni, ma di rispetto. So di dover stare zitto, ma a un certo punto fancu*lo, è sempre la stessa storia” ha aggiunto, lamentandosi proprio del comportamento di Carlos Sainz che, ancora una volta, non ha rispettato quanto deciso sia prima che durante la gara con il team.
“Hai fatto la cosa giusta per la squadra” gli ha poi detto Bozzi, che durante l’anno ha sempre dimostrato di avere un grande feeling con il proprio pilota e di saperlo calmare anche nelle situazioni più complicate. “Si si, tutto quello che volete, come sempre” ha replicato Leclerc. E poi, rendendosi conto che la radio era accesa, si è anche scusato, perché forse sperava di non finire in diretta. Anche perché con due gran premi dalla fine della stagione è importante mantenere i nervi saldi, con la Ferrari che per la prima volta dopo tanti anni arriva alle ultime battute con una grande responsabilità: il titolo si vince con entrambi i piloti sul pezzo, pronti a darsi una mano e non a puntarsi il dito contro.
Dal canto suo però Charles Leclerc non si gioca soltanto il titolo nei costruttori, ma anche la seconda posizione nella classifica dedicata ai piloti con Lando Norris - visto che il mondiale se lo è aggiudicato Max Verstappen a Sin City. Nonostante le provocazioni del monegasco, Carlos Sainz ha scelto il silenzio stampa una volta arrivato ai microfoni di Sky Sport, dicendo che preferisce rimanere zitto su queste questioni davanti ai media, quasi lanciando una frecciatina: “Io preferisco stare zitto, sia in radio, dato che non parlo mai, che davanti ai media”. E Fred Vasseur se ne lava le mani invece, dicendo che ancora i piloti li deve incontrare per capire bene quali siano i loro problemi l’uno con l’altro. Insomma, a Doha la Ferrari adesso ci va con il fuoco pronto: l’importante adesso è che venga data la direzione giusta, perché il target è la McLaren, non Maranello.