Tra le luci della città della fortuna chi brilla più di tutti i grattacieli è Max Verstappen, vincitore del Campionato del Mondo di Formula 1 per la quarta volta in carriera a 27 anni. Freddo, aspro in tutto quello che ha fatto e sempre sulle sue: l’olandese è unico e anche quest’anno l’ha dimostrato, soprattutto nelle ultime due battute che lo hanno portato sempre più vicino alla vittoria del titolo. Tra il Brasile e Las Vegas il pilota della Red Bull si è tenuto tutto dentro, concentrato e con il solo obiettivo di arrivare davanti a chi contava, il suo avversario inaspettato ma che gli ha causato più problemi del previsto, Lando Norris. Una volta sceso dalla sua monoposto però, a Super Max tornano gli occhi lucidi del bambino che lottava per realizzare il suo sogno, che doveva portare sulle spalle la pressione di un padre che pretendeva sempre e solo la prima posizione per il suo prodigio. Sorride, non la nasconde più l’emozione perché trasparisce dalla sua aura, dorata come le quattro stelle che adesso vanno di fianco al suo nome. E tra i lustri e le decorazioni assolutamente non necessarie di Las Vegas, Max Verstappen celebra il suo motorsport, raccontando a Jenson Button e Terry Crews di tutti quei momenti che non si aspettava quando a 17 anni, ormai dieci anni fa, si sedeva per la prima volta nell’abitacolo di una Formula 1.
Per la prima volta però Verstappen non si trova sul gradino più alto del podio, perché a dominare Sin City è stata la Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton. Il weekend perfetto, o quasi, che ha visto le due frecce d’argento in prima posizione dopo ogni sessione: prima Hamilton, poi Russell con la pole position e la vittoria. “Stasera festeggiamo, ve lo dico” è una delle prime frasi che escono dalla bocca del giovane pilota di Toto Wolff, che prima di congratularsi gli fa sapere che i drink li deve offrire lui a Las Vegas, perché quello che il team di Brackley ha fatto tra le strade del Nevada fa segnare su ogni slot machine il massimo del bottino. L’ultima doppietta della Mercedes risale al Gran Premio di Spa Francorchamps, che però Toto Wolff aveva perso per via della squalifica di George Russell, che anche in quell’occasione aveva tagliato la linea del traguardo per primo. Stavolta però è tutto vero e il team principal sorride sotto al podio teatrale di Las Vegas.
Un po’ diversa è invece la situazione nel box della Ferrari, perché sul tracciato dove la rossa doveva fare jackpot le difficoltà non sono state poche soprattutto per via degli errori commessi sia dai piloti che dalla squadra. La partenza è stata perfetta, perché ha visto Charles Leclerc arrivare subito negli scarichi di Russell, con Carlos Sainz subito dietro, ma sono bastati un paio di giri in più per inciampare: il monegasco ha spinto troppo, chiedendo ai suoi pneumatici una prestazione decisamente ambiziosa nella lotta contro il pilota della Mercedes, finendo inevitabilmente per avere un calo di performance pesante. Se lo spagnolo sembrava più sul pezzo invece, nella seconda parte della gara ha imboccato l’entrata della pit lane credendo di trovare il suo team pronto per il pit stop, quando in realtà non era affatto così. Il suo ingegnere gli ha subito chiesto di rimanere fuori dalla corsia dei box, portandolo a tagliare la linea che delimita l’entrata in pit lane, andando a rischiare una grossa penalità - anche se al momento non ci sono investigazioni aperte nei confronti della Scuderia.
Il matchpoint del titolo costruttori sarà quindi in Qatar, tra una settimana, dove la favorita è la McLaren, che invece a Las Vegas non è riuscita a massimizzare il suo potenziale ed è arrivata in sesta e settima posizione rispettivamente con Lando Norris e Oscar Piastri. Dopo una delle gare più ricche di sorpassi della stagione, con lotte continue anche a centro gruppo, tra Lawson, Magnussen, Perez e Tsunoda. E allora il Qatar avrà una responsabilità ancora più grande nella lotta dei costruttori, perché oltre a McLaren e Ferrari in lotta per la prima posizione, nel midfield è tutto da giocare con l’Alpine, i Racing Bulls, l’Aston Martin, Mercedes e Haas. Intanto però, a Las Vegas si parla di M4X, l’olandese volante che ormai è uno dei migliori della storia della Formula 1.