Sotto il cielo nuvoloso del Mugello, la domenica al circuito fiorentino prende il profumo dei sogni e il sorriso della soddisfazione. Sono i sorrisi di Andrea Kimi Antonelli (per tutti solo e semplicemente “Kimi” – e attenzione, non per il più noto Räikkönen) che si conferma l’assoluto dominatore di questa stagione della Formula 4 Italiana (e tedesca), nel suo primo anno in monoposto. Conquistate domenica la tredicesima e dodicesima vittoria dell’anno (rispettivamente Gara 2 e Gara 3 per recuperare quella non disputata il weekend precedente a Monza).
Quando Kimi parcheggia la sua Prema sotto il podio mi trovo proprio davanti a lui: arrivano i meccanici che lo sollevano, lo riempiono di pacche sul casco e sulle spalle. Kimi si sfila il casco e il balaklava: in fondo ha solo poco più di 16 anni. Tra il sorriso e il sudore si avvicina ai fotografi e alle telecamere, prima di vedere papà Marco, che fiero lo stringe tra le sue braccia. In soli due giorni le emozioni sono state mille, un titolo portato a casa, lo champagne, i complimenti in diretta Sky Sport da Toto Wolff: complimenti Kimi, il motorsport ha una nuova stella.
Sono le mani alzate verso il cielo in segno di esultanza di Dino Beganovic, nuovo vincitore della FRECA (Formula Regional European Championship powered by Alpine), avvolto nella bandiera svedese. Quando domenica Dino riesce a tagliare il traguardo terzo e a piazzarsi nuovamente sul podio, casualmente mi trovo accanto alla famiglia: la mamma, il papà, la fidanzata, ci sono tutti. Il neo campione della categoria manda baci, fa smorfie, saluta e grandi gesti. Lui che un anno fa, a Monza, ultima gara della stagione, perse il titolo.
Accanto a Dino, sul gradino più alto del podio, c’è Gabriele Minì, che avevo incontrato casualmente qualche minuto prima della gara, durante i sacri esercizi che ogni pilota fa prima di calarsi dentro la monoposto: “Riscaldamento pre gara? Buona fortuna”. Gabriele sorride: è vice campione della FRECA e, se tutto va come previsto, l’anno prossimo sarà in Formula 3, ancora più vicino al grande sogno della Formula 1. Quando esco dal circuito ci salutiamo: “Dai, alla fine si può dire che ti ho portato fortuna anche io”, dico scherzando.
Kimi, Dino, Gabriele, Maya, Rafael, Paul. Sono tutti ragazzi più o meno della mia età, sono il futuro del motorsport. Tutti uniti dall’amore il rumore assordante dei rumori, dalla velocità da cui nasce l’adrenalina, dal vento delle monoposto che scompiglia i capelli. Passione, futuro, sorrisi e speranze. E un weekend impossibile da dimenticare.