Non c’è niente, in MotoGP, come la festa di fine anno per capire il paddock e la sua gente. Una sorta di Notte del Giudizio in cui, invece di avere la possibilità commettere i crimini più efferati una volta all’anno come nella fantasia di James DeMonaco, si può fare festa sul serio, mettendo da parte l’ossessione per le corse con tutte le rinunce che la ricerca del risultato comporta. Vedere i piloti che tornano per un momento ragazzi di vent’anni è un privilegio, oltre che un gran divertimento considerando che la maggior parte di loro ha una tolleranza all’alcol pari a quella di un schnauzer. Il numero uno a organizzare queste feste oggi è Fonsi Nieto, che attualmente ricopre il ruolo di direttore sportivo del Team Pramac.
Di norma a gente si riversa alle feste dopo la premiazione di Dorna per le tre categorie, a cui seguono cene più o meno intense, con i primi piloti si cominciano a vedere nei locali attorno alla mezzanotte. A Valencia vuoi essere all’Indiana, o almeno è lì che Nieto organizza la sua festa, riuscita anche nel 2023 quando la sua squadra perse il mondiale. A Barcellona, comunque, i locali erano tre: Velissima, dove c'era una festa tendenzialmente privata, praticamente un aperitivo, Carpe Diem, in cui hanno deciso di spingere in molti, e Opium, tutti e tre nel raggio di un paio di chilometri davanti al mare. Fonsi in questo caso ha allestito l’Opium, in cui decidiamo di entrare incastrandoci in una lunga fila all’ingresso composta tra gli altri da giornalisti, team manager e meccanici. Fila che scavalchiamo con un'acrobazia diplomatica quando un amico ci fa avere un pass per il privé. Tutto accade come sempre molto in fretta.
Dentro il locale è pieno: in console c’è Marco Melandri, vai al cesso e quasi ti scontri con Pecco Bagnaia e Domizia Castagnini, nel mezzo ti ritrovi tra i colleghi di Brembo, MotoSprint, Corriere Romagna, qualche piccola testata locale e poi Uccio Salucci, Carlos Ezpeleta, Aleix Espargarò. Si fa del gran gossip, almeno tra italiani, per capire con chi passano il tempo libero i piloti single.
Tutto diventa ampiamente significativo quando Jorge Martín viene sbattuto fuori, con fidanzata al seguito. Sì, succede dentro una discoteca, nel giorno in cui è diventato campione del mondo, da sobrio e per aver giocato con una piccola, quasi silenziosa trombetta da stadio.
Ecco, il destino sa scherzare e questa piccola storia ci riporta allo scorso anno. È la domenica di Valencia 2023, in fila per entrare all’Indiana si presentano Pecco, Domizia, Carola e i loro amici, forse una decina di persone. Magari è mezzanotte, magari l’una. I ragazzi hanno appena vinto il titolo mondiale e c’è un bel clima, noi siamo usciti per una sigaretta fuori dal locale quando ci troviamo spettatori privilegiati di una scena surreale: gli addetti alla sicurezza non vogliono far passare Pecco. Lui non fa la scena lei-non-sa-chi-sono-io, è la gente intorno che protesta finché prima offrono l’ingresso a lui e a Domizia, poi piano piano si convincono che stanno facendo una figura barbina e li lasciano entrare. Mezz’ora di folli contrattazioni per uno che, quel giorno lì, era diventato l'uomo più veloce al mondo su di una moto. Ecco, a Jorge Martín è successa più o meno la stessa cosa quando gli addetti alla sicurezza non hanno voluto sentire ragioni - né tantomeno la trombetta - e l'hanno sbattuto fuori assieme alla ragazza, Maria. Anche lui non protesta, quasi sorride, accetta l’ironia della faccenda ben conscio del fatto che le corse in moto non contemplano troppo divismo. Così, vinci il mondiale ma nel club non entri.
Ci lamentiamo spesso della poca considerazione di questo sport ed è assurdo che Jorge Martín, in Spagna, nel giorno del suo titolo mondiale, non venga riconosciuto dalla sicurezza. Eppure da una storia così puoi anche cogliere il rovescio della medaglia: trovarsi a così vicini agli atleti, chiacchierarci, dire loro qualunque cosa ti venga in mente e andare a ballare le stesse canzoni è un bel privilegio che, se questi piloti venissero idolatrati, andrebbe certamente perso. Invece questo è il motomondiale, questi sono Jorge Martín e Pecco Bagnaia. Si assomigliano, è la conclusione folgorante a cui giungiamo dopo il quarto cocktail. Sanno, Bagnaia e Martín, che il mondo è più grande di un circuito anche nel giorno in cui nel loro universo sono il riferimento assoluto. Ed è una consapevolezza preziosa. Il momento più sorprendente però capita qualche ora dopo, quando riusciamo a intrufolarci in una delle terrazze privé dove Pecco ha appena finito di preparare da bere al suo grande gruppo di amici. Gente, a vederla così, che in discoteca ci entra solo per lui e per le moto.
Lì vediamo Domizia Castagnini e Maria Monfort, rispettivamente moglie di Pecco Bagnaia e fidanzata di Jorge Martín, chiacchierare come due pensionate dal parrucchiere. Nessuno pensava che si odiassero, eppure c’è sempre la sensazione che, se non altro per educazione, le due si comportino diversamente davanti alle telecamere. Invece niente, se la godono. Fanno battute, ridono, si danno di gomito. Chi parla di finto buonismo dovrebbe vedere queste immagini e chiedersi se forse non ha giudicato un po' troppo grossolanamente il rapporto tra Bagnaia e Martín, senza conoscerli. È stato un momento così raro per il nostro sport che ci ha persuasi a violare un po' della loro sfera privata, un momento di pace lontano da tutti, convinti ne valesse la pena. Martín scherza con Bagnaia, con Domizia, con Maria, stanno lì come se fossero quelle coppie di anziani che vanno in vacanza assieme per annoiarsi di meno. È un momento grande, enorme. Va oltre ogni immaginazione perché non è una posa a favore di telecamere, televisioni o giornalisti, che alle feste non ci vanno e tantomeno entrano nel privé coi piloti. Beh, un giornalista c’è. Sta facendo finta di farsi un selfie, anche se invece di inquadrare il suo faccione sfinito dal settimana di gara scatta a raffica loro, un po' controvoglia e con un filo d'imbarazzo, con l'idea di mostrare un po' chi siano Jorge Martín e Pecco Bagnaia nel giorno in cui entrambi hanno cercato, con tutto ciò che avevano in corpo, di prevalere sull'altro.