Il ritorno in pista di Ivan Juric, addirittura sulla panchina dell’Atalanta che la prossima stagione parteciperà alla Champions League, ha sorpreso tutti. Una notizia che ha fatto chiacchierare in mondo del calcio, ma soprattutto è esplosa sul web. C’è tanto del suo procuratore Giuseppe Riso in questa operazione, riuscito a far arrivare un incarico di primo livello, il più prestigioso della sua carriera, a un allenatore che nel campionato passato, oltre ad aver faticato con la Roma, presa dopo De Rossi e lasciata per esonero quasi in zona retrocessione, è stato poi schiacciato all’ultimo posto della Premier League alla guida del Southampton.

Per questo, negli ultimi due giorni, da quanto i social dei nerazzurri di Bergamo hanno dato l’annuncio ufficiale del nuovo manager croato, che in serie A aveva guidato con discreti risultati anche Genoa, Verona e Torino, è diventato virale l’hashtag #BeppeRiso. L’agente del momento è stato accostato alle manovre più incredibili di questo tempo. Dalla guida del Governo al posto di Giorgia Meloni, alle trattative di pace. In un tweet ci si chiede perché “Beppe Riso non venga invitato a partecipare ai negoziati tra Ucraina e Russia” oppure “Israele e Hamas”. Ci sono poi quelli più individualisti: “Datemi Beppe Riso come guida della mia vita” e i sognatori: “Se rinasco voglio essere amico di Beppe Riso. Di sicuro mi farebbe fidanzare con Miss Italia e mi troverebbe lavoro al Ministero”. Fino a quelli che credono potrebbe risolvere i problemi del traffico di Roma.
Riso nuovo Re Mia del calcio mercato italiano? A oggi sì. Le trattative di Tonali al Newcastle e Frattesi all’Inter sono stati i primi colpi di spessore di un procuratore considerato l’erede di Mino Raiola, tanto da meritarsi il soprannome di “Beppe Mino”. Titolare e fondatore della GR Sport, segue gli affari di numerosi calciatori di primissimo livello: oltre a Sandro Tonali, Davide Frattesi anche Alessandro Buongiorno, Gianluca Mancini, Nicolò Rovella e tanti altri per un valore complessivo di oltre 300 milioni di portafoglio clienti. La sua è la storia di un uomo che ce l’ha fatta da solo, passando da mille lavori, ma con i sogni ben chiari in testa. Ci aveva provato con il calcio giocato, ma quando aveva capito che non sarebbe arrivato da nessuna parte si era fermato. Sapeva che quello sarebbe stato il suo futuro, ma non in campo. A Milano, per vivere, si era messo a vendere televisori e poi aveva iniziato a fare il cameriere, ma nel ristorante giusto: Giannino di via Vittor Pisani.

Nei primi anni 2000 tutto succedeva su quei tavoli. Lì si chiudevano le trattative di Ronaldinho al Milan, Beckham, Kakà, solo per dirne alcune. “Beppe” era aveva voglia di fare cose importanti e lo spirito giusto. Sedeva al tavolo dei più grandi e ne carpiva i segreti. La chiave sono state le amicizie, in particolare quella con Adriano Galliani. È lui la sua ispirazione, come ha dichiarato in un’intervista a Forbes: “Quando sto per concludere una trattativa complessa penso sempre a come si sarebbe comportato Galliani”.
E’ vero che oggi è lui il Re in Italia. E quando si presenta al tavolo delle trattative possono succedere i miracoli. Con Juric è stato capace di far capire alla famiglia Percassi che potesse essere l’uomo giusto, innanzitutto per il valore dell’allenatore anche dopo un stagione molto complessa, ma soprattutto perché rappresenta esattamente la continuità con Gasperini essendo il suo allievo. Giocatore di fiducia del Gasp e lottatore della mediana, con l’allenatore che a Bergamo è un eroe, ha giocato più della metà delle partite della sua carriera (215 su 356): a Crotone dalla C alla B e successivamente con la maglia del Genoa. Sono stati insieme in panchina, all’Inter come collaboratore tecnico e al Palermo nel ruolo di secondo allenatore. Juric aveva seguito le orme di Gasperini anche a Crotone e Genova. E oggi dice: “Tutto quello che so di calcio da allenatore l’ho preso da Gaperini”. Alla fine, oltre al numero uno dei procuratore, c’è anche un buon biglietto da visita.











