Le dimissioni, la fuga a Dubai e l’arresto del fratello. Da ormai tre giorni il nome di Oliver Oakes si è preso i riflettori della Formula 1, e a poco a poco che il tempo passa parrebbero sempre più chiare le motivazioni dietro l’addio a sorpresa all’Alpine, di cui era diventato team principal a metà della scorsa stagione. Una storia fatta di ambizione e non solo, perché nei giorni scorsi, nella zona di Silverstone park, stando a quanto riportato dal The Telegraph William Oakes, fratello di Oliver, è stato arrestato con l’accusa di trasferimento di beni illeciti, oltre ad essere in possesso di una grande quantità di denaro contante.

Fratello sì, ma anche socio, perché proprio William attualmente ricopre il ruolo di direttore del team Hitech, squadra impegnata a tutto tondo nel panorama delle formule propedeutiche e fondata proprio da Oliver, nel 2015. Sarebbero queste dunque le motivazioni che avrebbero spinto l’inglese a fare un passo indietro, seppur in un primo momento si era ipotizzato che tutto fosse dovuto a presunti contrasti interni alla squadra, con Oakes da una parte e Flavio Briatore dall’altra. I due avevano prontamente smentito, e adesso, le “motivazioni personali” menzionate prima dalla squadra francese e poi dallo stesso Oakes sembrerebbero confermate. Resta però un giallo, perché stando sempre al quotidiano inglese, all’indomani del GP di Miami Oakes sarebbe volato a Dubai, e da quel momento di lui non si ha più alcuna traccia. Una fuga? Difficile dirlo con certezza, ma certo è che dietro un semplice passo indietro si celerebbero motivazioni ben più grosse. Una vicenda che potrebbe coinvolgere anche un altro volto noto al paddock della Formula 1, l’oligarca russo Dmitry Mazepin, padre di Nikita, che fino a nove giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina (nel 2022) ricopriva il ruolo di azionista di maggioranza proprio del team Hitech.

Subito dopo l’imposizione delle sanzioni internazionali contro i russi però, la squadra tornò nelle mani di Oakes, in un movimento giudicato sospetto da Liam Byrne, deputato laburista, che sottolineò come l’inglese non acquistò nessuna delle azioni del magnate russo (pari al 75%), perché queste furono trasferite gratuitamente. È ancora una volta il denaro il protagonista della storia, perché secondo Byrne “C'è un chiaro rischio che gli oligarchi stiano utilizzando dei prestanome per continuare a esercitare influenza economica attraverso terzi”. Non è un segreto che Hitech abbia cercato in tutti i modi di entrare in Formula 1 (persino attraverso l’acquisto di Alpine), sopratutto sotto la spinta di Mazepin, che in passato aveva tentato di acquisire prima l’ex Force India, finita poi nelle mani di Lawrence Stroll, e poi la Haas. La FIA però non ha mai concesso il via libera e, dopo l’inizio della guerra, il progetto è tramontato.

Ad oggi però, oltre ad Oakes (la cui posizione rimane sconosciuta) chi ne fa le spese è l’Alpine, vittima dell’ennesima ristrutturazione forzata. Con effetto immediato Flavio Briatore ha assunto il ruolo di team principal, il settimo in nove anni, a conferma della grande instabilità dovuta affrontare sin dal ritorno in Formula 1 del 2016, allora come Renault. Uno scenario a cui si aggiungono anche le proteste dovute gestire nella factory di Viry-Chatillon dopo l’annuncio del passaggio alle Power Unit Mercedes a partire dal 2026, cessando di fatto di essere un costruttore, oltre alla tanto discussa gestione piloti, con Jack Doohan appiedato dopo sole cinque gare a favore di Franco Colapinto, che avrà altrettante gare per meritare una riconferma. Un cantiere aperto, per una squadra che, nonostante le grandi ambizioni dichiarate, stenta a diventare “grande”.
