Se solo due anni fa a Kimi Antonelli avessero raccontato che sarebbe stato uno dei migliori piloti della griglia della Formula 1 nel 2025 probabilmente avrebbe sorriso, rispondendo con un sognante “magari”. Lui che è cresciuto a pane e benzina, dividendosi tra le competizioni sul kart, la scuola e la vita di tutti i giorni e le gare di papà Marco, prima pilota e poi team manager nei campionati GT. Ad oggi però il giovane bolognese è uno dei piloti di cui si parla di più in griglia, finora sempre positivamente perché il primo quarto di stagione lo ha portato a casa sempre con risultati di cui andare fiero. Reduce dalla sua prima pole position, ottenuta per la Sprint Race di Miami, Antonelli si sta preparando per la sua prima gara di casa dal debutto nel mondiale, il Gran Premio di Imola, e in un momento in cui si parla di tantissima italianità nel motorsport c’è chi si chiede una delle domande più lecite se non si conosce bene il background della sua carriera: ma perché non corre con la Scuderia Ferrari?

Sarebbe bellissimo poter raccontare delle imprese di un pilota italiano al volante della vettura Made In Italy per eccellenza, con il Cavallino che non perderà mai il suo charme, ma il destino di Andrea Kimi lo ha sempre portato ben lontano da Maranello. Nato e cresciuto nel cuore della Motor Valley, Antonelli ha catturato l’attenzione della Mercedes fin dai tempi in cui correva sul kart, ottenendo il supporto di Toto Wolff già prima di debuttare in monoposto. Una volta che poi la squadra tedesca si è resa conto del gioiello che aveva tra le mani, non è mancata l’abilità di saper condurre tutti i passi giusti per non farsi scappare un talento del genere, nemmeno se fosse arrivata la chiamata della Ferrari che, si sà, è il sogno di tutti i piloti - figuriamoci di chi è italiano.

Qualche mese fa, Marco Antonelli, il papà di Andrea Kimi, ha raccontato di un primo contatto con la scuderia di Maranello, molto prima dell’arrivo del contratto con la Mercedes: al tempo alla gestione della Ferrari Driver Academy c’era Massimo Rivola, determinato nell’inserire Antonelli nel programma della rossa. L’italiano però era ancora troppo piccolo per una valutazione, così una volta arrivata la chiamata di Toto Wolff, come raccontato anche a MOW in un’intervista esclusiva poco prima dell’inizio della scorsa stagione, la famiglia Antonelli ha subito colto l’occasione di poter aiutare Kimi a diventare un professionista.
Ok, ma com’è possibile che non ci siano mai stati dei ripensamenti? Proprio durante il weekend di Miami si è parlato tanto del confronto tra le scelte della Scuderia Ferrari, che ormai è fedele sempre alle stesse dinamiche con Charles Leclerc mentre Lewis Hamilton fatica ancora a trovare l’equilibrio con la SF-25 (mentre si fa pagare 40 milioni all’anno), e quelle della Mercedes che sì, ha salutato un sette volte campione del mondo, ma ha anche trovato il talento perfetto per poter provare a vincere altrettanti titoli. La Ferrari, invece che offrire il tutto per tutto a Sir Lewis, poteva puntare a un talento come Andrea Kimi Antonelli? La risposta a questa domanda sta tra le righe di quello che finora è stato il rapporto del giovane italiano e la Mercedes che, come ripetuto tante volte ormai da Toto Wolff, non aveva intenzione di lasciarsi scappare un talento come il suo - soprattutto dopo aver visto il grande successo di Max Verstappen in Red Bull.

Dall’altro lato della pit lane invece, la Ferrari di Fred Vasseur sembrava motivata a mettere sotto contratto solo e soltanto Lewis Hamilton - basta ricordare che il sedile di Carlos Sainz non era nemmeno troppo disponibile prima dei contatti con il britannico. Probabilmente, se il sette volte campione del mondo non avesse firmato, a fare da spalla a Charles Leclerc ci sarebbe ancora lo spagnolo. Anche perché la Ferrari Driver Academy ha già un bel gruppo di giovani che sta allenando per il futuro della scuderia, da Dino Beganovic (in Formula 2 con Hitech) a Rafael Camara (in vetta alla classifica di Formula 3), passando soprattutto dalla punta di diamante Ollie Bearman, alla stagione di debutto in Haas dopo una prima performance brillante a Jeddah direttamente con la Ferrari nel 2024.
Senza voler screditare nessuna delle due parti, si può dire che Kimi Antonelli non aveva bisogno della Ferrari, così come la rossa non doveva cercare il talento dell’italiano. Non c’è mai stato quel bisogno ossessivo di voler far incontrare le due parti, soprattutto considerando che la carriera del bolognese è ancora lunghissima - con entrambi i partiti che ancora possono lavorare molto senza doversi incontrare. Certo, probabilmente tra la Ferrari e la Mercedes chi ha fatto il colpaccio per il 2025 è stato Toto Wolff, che ha molte meno spese - considerando che Kimi Antonelli ha un contratto di circa 2 milioni di euro, appena poco più caro di quello di un classico rookie - e molta più competitività alla mano, ma la stagione è ancora lunga e Sir Lewis sempre e comunque il pilota più vincente di questa generazione della Formula 1.

