Crisi, scontri interni e una stagione disastrosa, non soltanto da zero titoli ma anche, a diciotto gare dall’inizio del Mondiale, da zero vittorie. Peggio di così per la Ferrari non poteva andare, eppure dai vertici non è arrivata una parola forte, uno scossone, al contrario invece di quanto fatto a inizio anno per quella che doveva rappresentare la stagione del ritorno alla vittoria. E non sono arrivate parole, se non quelle di circostanza, nemmeno oggi – giovedì 9 ottobre – quando a salire sul palco in occasione del Capital Markets Day tenutosi a Maranello sono stati il presidente John Elkann e l’amministratore delegato Benedetto Vigna.

Solo frasi di circostanza o promesse d’impegno che non riflettono però quanto, da ormai troppi anni, la pista ridà indietro. “La Ferrari è unica e lo è in tre dimensioni: tradizione, tecnologia e corse. La perfetta combinazione di queste tre anime la definisce”, esordisce il presidente John Elkann prima di sottolineare l'importanza delle competizioni, parte inscindibile della storia della Scuderia. “Le corse, una storia iniziata in pista quasi 100 anni fa, definiscono chi siamo. Voglio essere chiaro: questa è una questione personale. Il mio impegno è come presidente, come azionista di maggioranza e, soprattutto, come persona che ha vissuto la Ferrari come una passione per tutta la vita. Mi impegno a garantire che ogni decisione che prendiamo possa rafforzare l'unicità della Ferrari. Sono impegnato con le nostre persone, il cui talento e la cui dedizione sono la più grande garanzia per il nostro futuro. Sono impegnato con i nostri amati ferraristi che ci affidano i loro sogni. E sono impegnato con i nostri fedeli tifosi, ansiosi di vederci vincere in F1 così come stiamo vincendo nell'Endurance. Ed è con orgoglio che abbiamo portato a casa il trofeo dopo 3 vittorie consecutive a Le Mans. Forza Ferrari, sempre”.

Premesso che l’occasione non si prestava a parlare dei problemi, quanto più della “missione” del marchio Ferrari, un segnale poteva essere mandato perché, se è vero che le corse definiscono il Dna della Scuderia di Maranello, è in quelle stesse corse che ormai non si vince un titolo da diciotto anni. E sono altrettanti gli anni in cui l’appuntamento con la vittoria, quantomeno in maniera costante gara dopo gara, viene rimandato.
Leggermente più diretto è stato l'amministratore delegato Benedetto Vigna che, dopo aver enfatizzato quanto detto da Elkann – “Il posizionamento unico di Ferrari nasce dall'incontro di heritage, tecnologia e racing –, parlando dell’attività in pista ha affermato: “L'ultima volta ci siamo presi l'impegno di vincere nelle corse. Ci siamo riusciti con la 499P nell'Endurance, ma in Formula 1 dobbiamo migliorare. Dobbiamo vincere perché lo dobbiamo ai nostri fedeli tifosi in tutto il mondo”. A vedere la stagione 2025, però, c’è bisogno di tornare a lottare tutti insieme ancor prima che a vincere perché, quella vista finora, è una squadra divisa, in cui sembra mancare una visione comune. I piloti dicono una cosa, il team principal un’altra e la dirigenza, un po’ come un’entità a sé, un’altra ancora.

Al termine della giornata, poi, una risposta negativa è arrivata anche dal mercato finanziario. Dopo la presentazione della prima elettrica di Maranello e degli obiettivi da raggiungere entro il 2030, Ferrari ha registrato un pesante calo in Borsa, a Piazza Affari, pari al 16%. La deludente reazione degli investitori avrebbe, quindi, fatto cambiare i piani del Cavallino: inizialmente la Elettrica avrebbe dovuto rappresentare il 40% dell’intera gamma entro il 2030 secondo quanto definito nel 2022, ma il drastico calo registrato ha portato a un ridimensionamento pari al 20%. Brutte notizie, per una volta non solo dalla pista. Che poi, emotivamente e storicamente, una Ferrari elettrica è proprio difficile da immaginare.

